L'attaccante ecuadoregno, doppio ex di giornata, parla a poche ore dall'inizio del match tra nerazzurri e Lazio
Quella tra Lazio e Inter sarà una sfida speciale per Felipe Caicedo: l'attaccante ecuadoregno ha vissuto le pagine migliori della sua carriera con la maglia biancoceleste, mentre in nerazzurro non è riuscito a lasciare il segno. In entrambe le esperienze il filo comune è rappresentato da Simone Inzaghi, tecnico che lo ha valorizzato nella Capitale e che ha spinto per riaverlo a Milano. Queste le sue parole, in un'intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport: "Alla Lazio ho vissuto gli anni migliori della mia carriera".
"Nessuno. Ho dato e ricevuto tanto. Il gol contro il Cagliari resta il manifesto di anni magici. A un secondo dal gong stacco di testa, segno, inizio a correre e non capisco più nulla. Un'emozione".
"L'abbraccio di Inzaghi dopo il gol alla Juventus, 1-1 a novembre 2020. Simone mi ha sempre dato fiducia".
A volte l'ha fatta innervosire?
"Quando a Milano non mi faceva giocare ero parecchio arrabbiato, le dico la verità. Ma poi abbiamo fatto pace".
"Nello spogliatoio è spesso una furia, ma è il suo modo di caricare la squadra. Inzaghi è passionale, vive per la vittoria e ha un entusiasmo senza freni. Riesce a tirar fuori il 101% anche da chi non gioca".
Senza la pandemia, la Lazio avrebbe vinto lo scudetto?
"Assolutamente sì. Eravamo in un momento magico. Il famoso gol contro il Cagliari ci diede la consapevolezza di riuscire a guardare la vetta con ottimismo. Poi, purtroppo, l'incantesimo è finito".