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Hakan ha fatto il viaggio milanese di Andrea Pirlo ma all’inverso, lui dal Milan all’Inter al contrario del genio italiano. In campo, invece, il viaggio è stato lo stesso, qualche metro indietro per volare avanti col pensiero: da trequartista spuntato a regista immaginifico, con simile abilità sui calci piazzati. Quel lancio lì non si vedeva dai tempi del Maestro, anzi per certi versi Calha è l’evoluzione “pirliana”: ormai è un quaterback da calcio moderno che a volta sfonda pure in prima persona. Senza dimenticarsi della capacità di reggere l’urto in difesa, il movimento continuo, il giocare a uno o due tocchi", analizza La Gazzetta dello Sport.
"Anche l’esterno è stato un dejavù : Juan Sebastian Veron lo usava come arma impropria, esattamente come fa Calha. Il piglio argentino si rivede nel turco che vuole la palla, sempre e comunque. E poi la fionda a 60 metri , un po’ alla Gerrard: anche qui le doti balistiche sono assimilabili a quelle di Hakan. Un altro cuore Liverpool, Xabi Alonso, era più regista di Steven: la capacità di Hakan nel dare equilibrio, con e senza palla, ha tracce dello spagnolo. Ci sarebbe pure il genio di Modric o la razionalità di Xavi, ma si rischia l’eccesso: Calha vive di contaminazioni, però rimane sempre se stesso", aggiunge il quotidiano.
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