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Calvarese: “Juventus-Inter? Non ti diverti, è un buco nero. Io nel 2021…”

Daniele Vitiello Redattore/inviato 

Le parole dell'ex fischietto nell'intervista concessa oggi ai microfoni di TuttoSport

Ci hanno provato in ogni modo. Nell'intervista fatta oggi a Gianpaolo Calvarese, ex arbitro, i colleghi di TuttoSport hanno a più riprese tentato di fargli dire che nel derby d'Italia per un arbitro è più facile sbagliare in favore dell'Inter. Ma non solo, pur non riuscendo a portare l'ex fischietto nella rete. Per questo ve ne riportiamo uno stralcio.

Buongiorno Calvarese, augurerebbe di arbitrare Juventus-Inter a un suo collega? 

«Certamente, ambire alle partite più belle è da arbitro. Speri nella designazione, da mercoledì a domenica sera l’idea continua a sembrarti bella, poi arriva la gara e, una volta in campo, scopri che l’unico obiettivo è finirla bene. Insomma, non è certo una partita che ti godi. Per esempio, Guida, che arbitrerà domenica, ha l’abitudine di chiudere la riunione prepartita con gli altri arbitri dicendo: “Ragazzi, mi raccomando, divertiamoci”. Ecco, io non sono d’accordo in generale, perché non mi sono mai divertito, è stato sempre un lavoro da affrontare con la massima concentrazione, mi sono divertito dopo se andava bene la partita. Ma Juventus-Inter non è certo una partita da... divertirsi».

È la partita più difficile? 

«Credo di sì, per vari motivi. Un problema mediatico: è un evento planetario, numeri incredibili. quasi un miliardo di potenziali telespettatori. E poi per motivi di tifo, perché un terzo d’Italia tifa Juve e gli altri due terzi, al di là della loro squadra del cuore, sono tendenzialmente antijuventini. Anche Roma-Lazio è difficile e la guardano in tanti, ma a fare il tifo sono solo romanisti e laziali. Juve-Inter la guardano tutti e tutti si schierano fra juventini e antijuventini. L’agonismo è estremo e i calciatori avvertono questo clima: sia la pressione mediatica, sia la storia della partita, alzano alle stelle il livello agonistico».

Per non parlare di Ceccarini o Tagliavento: la narrazione di Juventus-Inter è sempre stata una narrazione di recriminazioni arbitrali. E lei ne sa qualcosa... Le faccio una domanda provocatoria: sembra però che se sbagli contro l’Inter è più probabile che passi alla storia, rispetto a un errore contro la Juve. È una lettura troppo maliziosa? 


«L’aspetto mediatico non è il mio campo e mi piacerebbe rovesciare a lei, direttore, questa domanda. Certo, sbagliare Juve-Inter può compromettere una stagione, se non un’intera carriera. E consideri che ad arbitrare Juve-Inter è sempre un numero ristrettissimo di arbitri. Forse il 10/15% dei direttori di gara. Anche questa volta i nomi in ballo erano solo due o tre. Sono sempre arbitri di un certo calibro».

Negli ultimi dieci incontri tra Juventus e Inter ci sono stati: otto rigori (6 a favore dell’Inter e 2 a favore della Juventus) e ci sono state 8 on field review (7 a favore dell’Inter e una a favore della Juventus), più otto espulsioni (4 per parte). Cosa dicono questi numeri? 

«Che forse è davvero la partita più difficile da arbitrare. Bisogna prendere, sia in campo che al Var, tante decisioni cruciali. I numeri dicono tanto ma non tutto, ci fanno comunque comprendere la complessità di questa partita. A livello disciplinare e comportamentale è forse anche più difficile di una finale di Champions League. Non mi ricordo una polemica clamorosa nelle finali degli ultimi anni, per esempio. Invece, a memoria, Juventus-Inter è stata una specie di buco nero che ha inghiottito molti arbitri. Prendete Orsato che, dopo l’episodio del 2018, non ha arbitrato l’Inter per qualche anno».

Non mi ha risposto sui rigori. Vedo dalle statistiche che Marcus Thuram, da solo, ha preso più rigori della Juve. 

«Diciamo che finora tutti gli 8 rigori assegnati a Juventus e Inter mi sembravano adeguati. Credo che 6 penalty per l’Inter e 2 per la Juventus sia un numero squilibrato, ma frutto di un trend del momento, vediamo questi numeri a fine anno. Viste le qualità di entrambe le squadre, non credo che il rapporto a fine campionato resti di uno a tre in favore dell’Inter».

Vuole raccontare la sua Juventus-Inter “maledetta”? 

«Sì, mi fa piacere e ammetto che fu una prestazione con qualche errore. È un bene che adesso si possa dire e ammettere. Una volta era un tabù, che per fortuna è stato superato. Non ho gestito al meglio la gara del 15 maggio 2021, fu comunque un momento di crescita e non trovo un’onta ammettere gli errori che non volevano avvantaggiare nessuno. Bisogna aver fiducia negli arbitri, anche se sbagliano, ed eliminare la dietrologia per incentivare la cultura calcistica».

Che arbitro è Guida e quale potrebbe essere, domenica, il suo punto forte e il suo punto debole? 

«È l’arbitro con più empatia di tutta la Can. Nel tempo è riuscito a costruire un rapporto con tutti i calciatori di altissimo livello, sempre nel rispetto della terzietà, e questo gli servirà certamente. Ma dovrà avere tanta intelligenza arbitrale, massimo equilibrio e anche un pizzico di fortuna negli episodi. Perché, diciamolo, ci vuole anche quella! Il suo punto debole è stata la vulnerabilità fisica, l’anno scorso è stato per tanti mesi fuori e periodicamente ha sempre avuto qualche piccolo acciacco. Sono sicuro che, stando bene fisicamente, sia un arbitro in grado di portare a termine la gara nella migliore maniera possibile, glielo auguro».


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