Esteban Cambiasso ha rilasciato una lunga intervista a Marca, a partire dalla sconfitta della Juventus nella finale di Cardiff, rispondendo ad una domanda sui confronti delle italiane con le spagnole nelle finali. Ma c'è stato spazio, nel lungo dialogo, anche ovviamente per i suoi momenti vincenti con la maglia dell'Inter
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Cambiasso: “Italiane piccole in CL contro le spagnole? Solo la Juve ha sempre perso, Inter e Milan no”
L'ex protagonista del Triplete nerazzurro ha parlato del confronto tra le squadre italiane e quelle spagnole in Champions League
Le italiane, quando giocano le finali di Champions, si fanno piccole?
"No, non direi. L'unica che ha perso tutte le finali contro le spagnole è la Juventus. L'Inter ne ha giocata una e l'ha vinta, il Milan anche ha vinto in varie occasioni (in realtà una contro una spagnola, il Barcellona ndr). Il calcio è bello perché permette tantissime analisi. La gente deve separare le varie componenti, come l'aspetto fisico, che in realtà va legato a quello psicologico nel 90% dei casi. Non c'è peggior stanchezza di quella psicologica. Non è questione di essere mal allenati. Se hai il pallone, corri e corri felice, stancandoti meno. E questo è ciò che succede al Real Madrid, non è un caso che abbia vinto tutte queste Champions".
INNAMORAMENTI - "Mi piaceva molto Raul, uno dei giocatori più intelligenti con cui ho lavorato. L'Inter mi ha migliorato tantissimo. Sapevo di avere le spalle coperte con Samuel, mi ha dato sicurezza. Avevo sul lato Zanetti con cui mi capivo solo guardandolo. E poi avevo Milito come riferimento in attacco che mi ricordava l'intelligenza di Raul".
L'INTER DI MOU - "Era una squadra che aveva grandissima fiducia in se stessa. Anche quando era tutto in salita. C'erano tante nazionalità in quello spogliatoio, molti erano gli scarti che arrivavano da altri club, ma siamo stati tutti molto uniti. In Europa siamo riusciti a fare un salto, avevamo un allenatore molto ambizioso. Ci sentivamo invincibili anche non essendolo. Le italiane di solito fanno male in finale? No, l'unico club che ha perso ogni finale contro le spagnole è la Juventus. L'Inter ha giocato ed ha vinto, il Milan lo ha fatto in diverse occasioni. Il calcio è bello perché permette di fare un sacco di analisi, ci sono tante variabili, il fisico, la tenuta psicologica e non c'è niente di peggio che la stanchezza mentale. Non è questione di essere allenati male, ma quando si gioca con la palla tra i piedi ci si stanca di meno. A Madrid è una buona abitudine e non è un caso se il Real ha tutte quelle Champions". IL FUTURO - "Che tipo di allenatore vorrei essere? Un allenatore si deve sapere adattare alle circostanze, ma vorrei capire pienamente i problemi di ogni giocatore e della squadra, questa secondo me è la chiave. Devi saper convincere il giocatore a fare quello che vuoi. No, non ho paura del ritiro. Fisicamente mi sento bene, quindi non sto pensando di appendere le scarpe al chiodo. Quello che voglio è quello di continuare a giocare responsabilmente ma con emozioni forti.
GLI ALLENATORI - "Mourinho è arrivato in una fase diversa della mia carriera. Controlla ogni dettaglio, vive il calcio al cento per cento e ottiene il massimo dalla sua squadra. Mi sono piaciuto molto i suoi allenamenti perché erano intensi per tutti anche per chi non giocava nelle gare, quindi tutti erano sempre in forma".
SIMEONE - "Il Cholo trasmette quello che è, è autentico e questo genera credibilità, la caratteristica più importante per essere un leader. All'Inter? Credo che sia una meta idonea e lo ha detto anche lui, non lo scopro certo io. Poi ovviamente dipenderà dai giocatori che avrà a disposizione etc. Ma ci sono grandi possibilità che vada all'Inter in futuro".
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