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Cambiasso: “Sogno il Brasile, interisti serve pazienza. Il futuro e Palacio…”

Francesco Parrone

In Argentina per la sosta natalizia, il Cuchu Cambiasso ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano Olè nella quale ha ampiamente analizzato l’attuale momento dell’ Inter, parlato di un ritorno in nazionale e chiarito su un...

In Argentina per la sosta natalizia, il Cuchu Cambiasso ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano Olè nella quale ha ampiamente analizzato l'attuale momento dell' Inter, parlato di un ritorno in nazionale e chiarito su un possibile  futuro da allenatore. FcInter1908.it ha tradotto le parti più interessanti per voi:

Sei a conoscenza di un tuo possibile ritorno in nazionale?

"Per me è solo una diceria. Sì ho letto e sentito quanto è stato detto, ma non ho molto da dire".

Sabella ti ha chiamato?

"Niente affatto".

Lo hai mai incontrato recentemente?

"Si"

Quando?

"E' stato tempo fa in Italia alla Pinetina, quando è venuto a parlare con alcuni compagni che di solito sono convocati".

E cosa ha detto?

"Abbiamo parlato da amanti di calcio. Lo salutai perché quando ero nelle giovanili lui era l'assistente di Passarella. Poi, come succede da amanti del gioco del calcio ovviamente abbiamo parlato".

Anche se Sabella non ti ha detto nulla, saresti entusiasta di trovarti sulla lista dei possibili convocati?

"Lo sarei. Ma per ora non riesco a immaginarlo perché questa stuazione non esiste. Nessun giocatore al mondo rifiuterebbe di giocare la Coppa del Mondo, ma non c'è nulla di reale a sostegno di tale desiderio".

In questi giorni 'argentini' si è sentito l'affetto della gente e tutto ciò che potrà essere generato da un possibile ritorno in nazionale?

"Sono rimasto sorpreso da tutto questo clamore. Soprattutto quando l'altro giorno sono andato all'addio al calcio giocato da parte di Gabri Milito, dove non mi aspettavo si potesse parlare tanto di nazionale. La gente sa quello che ho fatto, come sono e tutto quello che è accaduto".

Hai vinto in Argentina, Spagna, Italia e nelle nazionali giovanili. La Coppa del Mondo sarebbe la ciliegina sulla torta?

"Il Mondiale sarebbe molto più che la ciliegina sulla torta. E' il titolo che tutti noi sogniamo, e per averlo si farebbe qualsiasi cosa. Ma so che è difficile..."

Negli anni le tue prestazioni sono state sempre buone. Per tornare in Nazionale pensi di aver bisogno di altro?

"ll calcio è diverso dagli altri sport. Bisogna giocare bene ed essere apprezzato da tutti, soprattutto dai tecnici. Nel 2010 con il mio club abbiamo vinto tutto ma sono rimasto fuori dal Mondiale. Per fortuna durante la mia carriera, quasi tutti i ct mi hanno scelto, tranne nel 2010..."

Finalmente si parla di Inter e del derby vinto grazie al goal di tacco di Palacio, giocatore che Cambiasso conosce bene: "Non mi sorprende. Tutti sanno cosa può fare Rodrigo. Purtroppo ha scelto tardi di approdare in Europa e questo ha ritardato la sua esplosione. Sono felice che finalmente sia arrivato all'Inter, in un grande club e vorrei che tutto quello che sta facendo possa portarci a vincere insieme un titolo. Al Boca ha avuto la possibilità di vincere molto ma non si è affermato molto. Poi si è trasferito a Genova e ha trascinato la sua squadra, questo per un attaccante non è facile".

Come sono state le vacanze dopo la vittoria nel derby?

"Ci ha dato più tranquillità perché eravamo in una situazione difficile. All'inizio abbiamo iniziato in maniera buona il campionato, poi abbiamo avuto una serie di pareggi che ci hanno frenato e la sconfitta contro il Napoli. Vincere il derby ci ha dato felicità, perché se avessimo perso, questi giorni sarebbero stati diversi".

Dopo tanti anni di successi, come è l'Inter di oggi?

"Ci sono stati molti cambiamenti. Nel 2010 abbiamo toccato il punto più alto, quello che si sognava da sempre, anche molto prima che arrivassimo noi. Oggi c'è un processo di rinnovo. La maggior parte dei giocatori che hanno vinto 15 titoli negli ultimi sei o sette anni sono andati via. Ora ci sono molti compagni nuovi che hanno gran potenziale, ma bisogna avere pazienza". 

Cosa è cambiato con Thohir?

"Stiamo attraversando un processo di cambiamento. La proprietà è cambiata, Moratti ha venduto la quota di maggioranza..."

Dall'esterno l'Inter sembra un posto in cui gli argentini sono sempre i benvenuti...

"La storia ci lega. E'  difficile trovare argentini che vivono in Italia e non siano nerazzurri. Fin dai tempi della Grande Inter con Helenio Herrera si è vinto tutto. Poi ci sono tanti giocatori come Zanetti che son diventati il simbolo del club. Se uno gioca bene apre le porte all'estero e ai connazionali...".

Quali sono gli obiettivi per la seconda metà della stagione?

"Penso che la Juventus manterrà la regolarità degli ultimi anni e andrà forte. La Roma a differenza degli altri anni ha preso un buon passo che è difficile da seguire. Oggi, se si deve pensare, l'obiettivo è quello di tornare nelle competizioni europee. in Coppa Italia siamo tutti allo stesso punto, poi ci sarà l'eliminazione diretta...".

A giugno scadrà il tuo contratto. Ti immagini in un altro club?

"Non lo so. Arriva un momento nella tua carriera in cui bisogna vivere giorno dopo giorno. Sono felice che a fine stagione saranno dieci gli anni trascorsi nell'Inter, dove ho raggiunto tante vittorie e avuto molte più soddisfazioni rispetto a quante ne avessi mai immaginato.Per me oggi è difficile pensare al futuro, così come è difficile non vedermi nell'Inter. Credo che per chiunque sia difficile vedermi fuori da questo club. Però è il calcio e non si sa mai cosa può accadere...".

E' impossibile non chiedere dell'esplosione a livello mediatico di Icardi ...

"Il gossip va analizzato in altre sedi. Mauro è un giovane giocatore con un grande potenziale e se si impegnerà potrà migliorare di giorno in giorno. Può diventare uno dei migliori attaccanti del calcio europeo...".

Quanto è cambiato il calcio negli ultimi dieci anni? 

Sembra un po' essersi fermato. E' difficile che arrivino grandi acquisti. La crisi del calcio europeo è più marcata in Italia e in Spagna, tranne nel caso di Barcellona e Real Madrid che riescono ancora a comprare giocatori importanti perché il loro marchio è fortissimo. Il calcio inglese e quello tedesco sono cresciuti e stanno guadagnando terreno nei confronti del calcio italiano e spagnolo.  

Si chiude con una domanda su una possibile carriera da allenatore: "Può darsi ma dovrò fare delle valutazione con tutta la mia famiglia. Per fortuna ho avuto stabilità e nella mia carriera non mi sono spostato molto. Però quando uno ha dei figli deve pensare anche a loro...".