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E' ormai praticamente ufficiale. Inter-Ludogorets, ritorno dei sedicesimi di finale di Europa League, si giocherà a porte chiuse. E' quanto riporta il Corriere dello Sport, che racconta il perché di questa scelta: "Nella sede dell’Uefa da alcuni giorni la vicenda del Covid-19 è seguita con attenzione e un team di persone monitora la situazione, analizzando le ripercussioni che ci possono essere sulle coppe europee. In riva al lago Lemano hanno un calendario ancora più “immutabile” rispetto a quello del calcio italiano e venerdì a Nyon è in programma il sorteggio degli ottavi di Europa League. Tutte le gare, dunque, vanno giocate giovedì sera. E così sarà. Stamani Ceferin farà il punto sulla vicenda con i suoi collaboratori nella speranza che tutto si sistemi in fretta, ma chiaramente in ottica presente e futura verranno valutate anche soluzioni "sgradite" come giocare determinati match a porte chiuse. In Italia e pure in altri Paesi se dovesse essere necessario. Sgradite perché il calcio senza pubblico a Nyon non piace, ma in determinate circostanze... ".
La Uefa ieri aveva preso in considerazione anche l’ipotesi di disputare Inter-Ludogorets in campo neutro, o in Italia o all’estero, con o senza pubblico, ma ieri questa soluzione, che è stata al centro di telefonate con il club di viale della Liberazione, è stata scartata. Troppo complicato individuare un nuovo impianto, organizzare la partita e la doppia trasferta per le due formazioni. Perché il Ludogorets, che ha chiesto ufficialmente delucidazioni e rassicurazioni in mattinata, aveva già pianificato il volo e la logistica a Milano. E perché l’Inter avrebbe dovuto in fretta e furia allestire un charter per un’altra città, magari senza andare a visitare le strutture alberghiere e tutto il resto. Per questo le parti hanno virato sul giocare dove si doveva giocare ovvero al Meazza. Senza pubblico perché è purtroppo utopistico pensare che la situazione da qui a giovedì sia normalizzata. Sugli spalti, dunque, ci saranno i giornalisti, le tv broadcast, gli addetti alla sicurezza, i dirigenti, gli uomini dell’Uefa e tutte le altre persone coinvolte, ma non tifosi. La speranza all’Uefa è che tutto in Italia torni alla normalità in breve. Anche perché il nostro Paese ospiterà altre partite delle coppe europee nelle prossime settimane. Per giunta nelle regioni a rischio".
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