L'ex tecnico Fabio Capello, intervistato dal Corriere della Sera, ha parlato della vittoria dell'Inter nell'andata dei quarti di finale di Champions a Lisbona con il Benfica:
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Capello: “Inter, così si fa in Europa: personalità e coraggio. Deve ripetersi in campionato”
Cosa ha pensato al novantesimo di Milan-Napoli?
—«Che certi spettacoli vorrei vederli più spesso anche nel campionato italiano».
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Tre squadre nei quarti di Champions, una potenzialmente in finale: ma il calcio italiano non era in crisi?
—«Quest’anno in Europa stiamo facendo cose molto belle. Il Napoli ha dato una lezione al Liverpool che l’anno scorso ha perso la finale, il Milan è riuscito nell’impresa di eliminare il Tottenham, l’Inter nei gironi ha spinto fuori il Barcellona. Non può essere casuale, spero sia l’inizio della riscossa».
C’è sempre un però…
—«Spero che le società riescano a tenere i giocatori migliori, altrimenti sarà tutto inutile. Anzi, sulla spinta di questi risultati bisognerebbe portare in serie A altri campioni. Sono quelli bravi a fare la differenza».
L’Inter a Lisbona ha dato una lezione al Benfica...
—«Ha giocato con personalità, coraggio, intelligenza, senza farsi schiacciare, ribattendo colpo su colpo. Così si fa in Europa. Ora non deve distrarsi a San Siro. Ma ha un bel vantaggio da difendere».
Perché Inter e Milan volano in Champions e invece vanno molto più piano in campionato, rischiando addirittura di rimanere fuori dalle prime quattro?
—«Bisognerebbe chiederlo ai due allenatori. Pioli contro l’Empoli ha cambiato 5 giocatori, il cinquanta per cento di quelli di movimento, forse sono un po’ troppi. E nell’Inter chi ha fatto la differenza in Coppa, dovrebbe riuscire a ripetersi anche in campionato: è facile giocare solo le partite affascinanti».
Capello, pensa che sia l’anno buono per tornare a vincere la Champions o è un miraggio?
—«Continuo a pensare che giocare contro il Manchester City sia impossibile per tutti. E il Real Madrid è guidato da Ancelotti, che conosce alla perfezione l’alfabeto del calcio. Carlo sa sfruttare le qualità dei suoi giocatori e intuisce le debolezze degli avversari».
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