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Ma se chi di solito fa la differenza è indietro di condizione...
—«La leadership si esercita anche fuori dal campo. Dopo un pari come quello di Marassi, ad esempio».
Inzaghi ha detto: «L’anno scorso, per farci gol, gli avversari dovevano faticare. A Genova ne abbiamo regalati due». Cosa è successo?
—«Se guardiamo ai gol, si è trattato più che altro di errori individuali: una valutazione errata di Sommer e una ingenuità di Bisseck. All’Inter però è mancata la voglia di sacrificarsi l’uno per l’altro che era il marchio di fabbrica dello scudetto: in fase di non possesso vedevamo un attaccante e nove giocatori pronti a rientrare, con il Genoa non è successo e Inzaghi si è giustamente preoccupato. La formula dell’Inter è vincente proprio per questo: qualità più sacrificio».
Bastoni ha parlato di calendario folle, Ancelotti al Real studia le ferie individuali. D’accordo?
—«Idea molto interessante, perché si salvaguardano i giocatori dagli infortuni trasmettendo loro il rispetto dell’allenatore. È un discorso sul quale potrebbe ragionare Inzaghi: ha una rosa profonda e di altissimo livello».
Mercato ancora aperto e variabili tattiche: si aspetta di vedere cambiamenti nell’Inter?
—«Il club è in mano a un uomo di grande esperienza come Marotta. Mi pare di capire che tra società e area tecnica ci sia un dialogo costante, lo dimostra il modo in cui l’Inter si sta muovendo per il difensore mancino. Il confronto tra le parti è stato preziosissimo per arrivare alla seconda stella e sono sicuro che lo sarà anche in questa stagione».
(Gazzetta dello Sport)
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