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Lunga intervista concessa a Repubblica da Fabio Capello: argomento principale è Juventus-Inter.
Don Fabio, quanto rimangono lontani il mondo Juve e il mondo Inter?
«Ho conosciuto bene il signor Suning, ho avuto il privilegio di lavorarci e vi dico che se esiste qualcuno in grado di opporre una forza mondiale alla Juventus, è proprio lui».
Tra quanto tempo, mister?
«Dipende dal campo. Ma il grande capo dell’Inter ha forza economica e ambizione. Stiamo parlando di super potenze planetarie: oggi nel calcio serve questo per arrivare a certi livelli, quelli dove vive la Juventus».
Agnelli e Moratti sembrano più vicini: non crede che la stagione delle polemiche infinite stia lentamente morendo?
«Premessa: quei due scudetti li ho vinti sul campo. Seconda premessa: dopo, si fecero le cose troppo di corsa senza aspettare i tempi giusti, senza pazienza, per una serie di motivi che potevano chiamarsi Uefa o Fifa. Detto questo, è tempo di lasciar perdere il passato».
Possiamo chiamarla pacificazione? È storicamente sbagliato? È ipocrita?
«La società italiana sta vivendo un momento non facile di suo, una stagione di gente agitata, di offese continue, e non parlo di calcio. Serve maturità».
Lei si immagina l’Inter a testa alta allo Stadium?
«Se non sbaglio, Spalletti ha dichiarato di non sentirsi l’anti-Juve ma io credo che avremo un test molto importante sulla vera caratura dell’Inter. Se scenderà in campo a Torino per giocarsela alla pari, con la fiducia che deriva dalla consapevolezza dei propri mezzi, allora sapremo cos’è la personalità dell’Inter. Un esame importante».
Se superato, potrebbe riaprire i giochi?
«No, non per lo scudetto».
Qualcuno dice che il campionato non è finito solo perché non è mai cominciato: un’esagerazione?
«La realtà, piuttosto. Il campionato 2018/19 si è chiuso nel giorno di luglio in cui la Juventus ha annunciato l’acquisto di Cristiano Ronaldo. Erano già i più forti prima, a volte enormemente più forti, figurarsi con questo mostro».
Il Ronaldo italiano ha stupito anche lei?
«Siccome è un giocatore smisurato, stupirsi di lui è impossibile. Ma non si può non apprezzare il suo modo di essere al servizio della squadra, e come trascina i compagni anche in allenamento, come cerca l’assist e non solo l’azione personale o il gol. Il merito è anche di Allegri se Ronaldo sta diventando persino più bravo di quanto già non fosse».
Ci spiega, con lo sguardo dell’allenatore, in cosa la Juventus è superiore?
«Lo noto in Champions più che in campionato. Dipende dall’intensità di ogni gesto, dalla velocità di mente e di piede con cui fanno tutto, senza tocchetti o giocatine come a volte la domenica. In Europa ci sono azioni in cui la Juve non si concede neanche una sbavatura, è sempre concentratissima».
È cominciata una stagione nuova anche per la nazionale: come la vede, il cittì Capello?
«Molto bene. Le ultime partite hanno espresso il gioco; il gol verrà. E poi abbiamo finalmente dei giovani di assoluto valore, cominciando da quel portiere ragazzino che è già un veterano. Ma sono in tanti a piacermi, ad esempio Zaniolo che sa fare molte cose bene, e poi Barella, forte anche lui. Però quello che mi piace più di tutti è Sensi, veloce di cervello anche quando cerca il gioco lungo. Il comodo girone di qualificazione europea aiuterà il lavoro di Mancini».
E il lavoro del Var, chi l’aiuta?
«Meno male che esiste! Ma se chi gestisce il marchingegno ha meno personalità di chi arbitra, il Var diventa inutile».
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