L'attuale tecnico dello Jiangsu Suning Fabio Capello ha rilasciato una lunga intervista ad Avvenire in cui ha affrontato diversi temi, tra cui la grandezza di Suning e il momento dell'Inter.
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Capello: “Zhang grande personaggio, imprenditore eccellente. L’Inter con Spalletti…”
Fabio Capello ha parlato ai microfoni di Avvenire
Fabio, quante offerte di lavoro ricevi ogni giorno?
«Ogni giorno no. Una o due alla settimana. Anche tre, nei periodi più intensi, diciamo rivoluzionari». Comincia così la nostra chiacchierata con l’amico di vecchia data “Don Fabio” Capello, friulano di Pieris, classe 1946, professione: uno dei più grandi strateghi di panchina al mondo.
Cosa ti chiedono? In quale ruolo ti vorrebbero?
«Allenatore. Di nazionali. Di club...».
Pensavo ai momenti rivoluzionari, in realtà a ruoli istituzionali. Ci siamo capiti...
«Sì, ma non mi interessano. Seguo con interesse tutto quello che succede nel calcio ma il mio posto è il campo».
Anche in campo. Ma in stato di necessità, se c’è bisogno di dare una mano a cambiamenti drastici, potresti renderti disponibile: Cincinnato lasciava i campi e ci tornava dopo avere risolto i problemi di Roma.
«Hai detto bene: Roma. Non mi ci vedo, a Roma, a discutere con la gente di quelle che chiami istituzioni».
Vorrai dire Federazione, dopo tutto quello che è successo uno che ha esperienza da giocatore, da manager, da commissario tecnico, magari anche capacità politiche...
«Capisco Cincinnato, certe situazioni magari sollecitano richieste e senza dubbio prospettive affascinanti, ma vuoi mettere quanto è più fascinoso e appagante mettere mano a una squadra nuova, realizzare un disegno tecnico sul campo?».
Ma fino a quando? Vuoi proprio invecchiarci, sul campo?
«Non esageriamo: ho un bel lavoro da finire in Cina».
E ci torni? Eppure ho sentito addetti ai lavori scommettere che la vacanza cinese era finita; il tuo risultato lo hai avuto, sei contento di avere dimostrato che non hai l’esclusiva di allenare solo grandi club che puntano in alto ma anche squadre da salvare.
«Vacanza? Torno in Cina perché ho un lavoro da finire, perché il grande capo vuole grandi risultati».
Parli del signor Zhang patron dello Jiangsu Suning, la tua squadra, e dell’Inter.
«È un grande personaggio, un imprenditore eccellente, mi sono convinto – mi ha convinto – che vale la pena lavorare ancora al progetto per un risultato più importante dopo avere raggiunto la salvezza. A primavera sarò lì con il mio staff, con Brocchi, Zambrotta, Tancredi e Ventrone».
“La primavera cinese del signor Capello”, potrebbe essere il titolo di una pièce esotica. E dire che dopo avere registrato i nomi dei candidati alla presidenza federale mi ero convinto che toccasse a Capello il ruolo di ct che gli hanno offerto inutilmente. Non avevo fatto i conti con il signor Zhang... Torniamo a noi, al campionato: c’è qualcosa che ti sorprende?
«La Juve si riconferma fortissima, contro l’Inter l’ho vista a posto fisicamente e mentalmente; e l’Inter, a parte questa settimana, ha avuto finora una buonissima resa. Spalletti è un grande tecnico, è stato bravo a ricostruire la Casa nerazzurra. La Roma sarà competitiva fino alla fine, il Napoli mi sembra a tratti appannato, non so se riuscirà ad arrivare fino in fondo con quel continuo tamtam di radio e televisioni. Sarri deve estraniarsi per non farsi affossare, evitare di battagliare con la critica che prima ti esalta poi ti abbatte».
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