Ospite di OCW Sport, Fabio Caressa, telecronista di Sky Sport, ha toccato vari temi. tra i più scottanti, il deludente Mondiale di Romelu Lukaku e le critiche ricevute da Lele Adani per la sua esultanza dopo il gol di Messi in Argentina-Messico. Ecco le sue parole:
primo piano
Caressa: “Lukaku per Di Canio è Panterone Moscione e c’è da fidarsi. Nelle gare importanti…”
Di Canio
—"Di Canio è fenomenale. Ha una lucidità di analisi incredibile ed è talmente lucido che a volte dice troppe cose che, senza immagini, è difficile anche andargli dietro. E' uno che dice le cose dirette e, soprattutto, è uno che ha un pensiero laterale: è talmente profondo nelle sue analisi che a volte dice le cose anche prima che accadano. Quest'anno ha preso delle posizioni forti e il tempo ha dimostrato che ci aveva visto giusto".
Delusione Lukaku.
—"La delusione del Mondiale? Il Belgio non si può considerare tale: se leggi i nomi, le presenze e le età, si capiva che fosse un ciclo finito. Secondo me è stata allenata malissimo, con scelte incomprensibili e con un gioco molto al di sotto delle loro possibilità. E poi Lukaku non può sbagliare quei gol. Secondo me Conte ha tirato fuori il meglio possibile da lui. Prima vi dicevo che Di Canio vede le cose prima: lui, che lo ha sempre chiamato Panterone Moscione, lo ha osservato Lukaku in Inghilterra per tanto tempo e ha visto che nelle partite decisive non c'è mai stato, a parte quella stagione con l'Inter. E neanche contro la Croazia. Quando gli ho visto sbagliare quei gol, ho pensato alle parole di Di Canio e ho capito che delle persone che di calcio capiscono bisogna fidarsi. Questo, evidentemente, è un limite di Lukaku. Con l'Inter lo aveva superato probabilmente perché aveva ricevuto talmente tanta fiducia dall'allenatore che l'aveva avvertita molto".
Adani.
—"La mia visione delle telecronache è che la telecronaca deve essere la colonna sonora di quello che stai vivendo, deve sposarsi col momento emotivo della partita. E' una cosa che va molto a gusto. Forse il pubblico della RAI, che è molto più vasto di quello di Sky, non era abituato a un certo tipo di telecronaca. Mi sono sempre chiesto che tipo di racconto farei se mi chiamasse la RAI. Probabilmente andrei un gradino sotto, perché c'è un pubblico diverso. Poi, non bisogna stridere troppo con il sentimento vissuto da chi guarda, altrimenti si crea contrasto. Detto questo, non mi permetterei mai di dire che lui ha sbagliato, perché Lele è uno che fa le cose come sente. In quel momento, sentiva di fare così. Anche a me è capitato di sbagliare in questa direzione. Mi hanno spesso accusato di essere sopra la partita, ma io ho sempre cercato di accompagnarla. E' per questo che dopo l'Europeo mi sono un po' fermato con le telecronache, perché c'è il rischio di non ritrovare più un equilibrio. Se prendi Lele, prendi il pacchetto, vuol dire che vuoi andare in quella direzione. Lui è uno preparatissimo. Tra l'altro, non c'è dubbio che tutto ciò per la RAI sia un vantaggio. Bisogna però tenere conto del proprio DNA".
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