Il protagonista della puntata odierna di Caffè Doppio, format di Inter Channel è Juan Pablo Carrizo. Il portiere si è raccontato a 360 gradi al canale tematico nerazzurro.
primo piano
Carrizo: “Partitelle? Nessuno vuole perdere mai. Ora serve il salto di qualità. In futuro…”
Il portiere nerazzurro si è raccontato a Inter Channel.
Queste le sue parole:
-Paese natale?
Molto piccolo, lo conoscono in pochi. Ci sono alcuni personaggi famosi che sono nati lì.
-Cosa guardi in TV?
Sicuramente i cartoni animati. Ultimamente mi è venuta la passione per il golf. Un po’ simile al ruolo del portiere, quando sbagli la buca devi subito dimenticarti dell’errore e rimediare. L'ho trovato molto simile al mio ruolo. Mi è venuta proprio una malattia. Me ne intendo abbastanza. Quando non abbiamo impegni in settimana, vado a giocare a golf nel pomeriggio. Di sera non ho mai giocato, ma ho visto video su YouTube. Mi piace anche guardarlo in TV. Cerco di carpire segreti dai campioni del golf. Si diventa un tutt'uno con la mazza. Prima avevo un temperamento forte, il golf invece mi ha aiutato molto, ti confronti con tanta gente e parli di tante cose, non solo di calcio.
-Moglie?
Mi sono sposato anni fa e ho avuto una bambina che adesso vive con la mamma in Argentina. In quel periodo lì ero alla Lazio ed ero un altro portiere, facevo a modo mio, non ascoltavo nessuno, ero più giovane. Questo accade quando non hai accanto una persona che ti dice che stai sbagliando. Le cose migliori nel calcio mi sono successe con la donna non giusta; con la persona giusta, invece, non gioco spesso. Sono innamorato, è chiaro. La giornata gira intorno a mia figlia. Stiamo provando ad avere un altro bambino. Non sono rimasto in buoni rapporti con la mia prima moglie. Io il mio per mia figlia però lo faccio sempre.
-Rigori?
Il momento della partita ti fa capire tante cose, ad esempio se il giocatore che hai di fronte è costretto a segnare in quel momento. Cucchiaio? Non me lo hanno mai fatto. Effettivamente noi portieri ci arrabbiamo tanto, è una presa in giro. È vero che fanno arrabbiare, ma alla fine si gioca a calcio per divertirsi. Succede in allenamento, ma è diverso. In allenamento mi arrabbio quando fanno grandi cose, dico 'Perché non lo fai in partita quando ti guardano tutti?'.
-Compagni che si arrabbiano in partitella?
Capita sempre. Quando le facciamo ci scegliamo in base ai punti di forza dei giocatori, è brutto perdere, spesso ci giochiamo la cena e nessuno vuole perdere.
-Lazio?
All'inizio la squadra non andava bene, la partita che ha fatto arrabbiare la società è quando a abbiamo perso con il Cagliari 4-1, io in un'occasione ci sono andato con i piedi, non lo farò più. Quando lo faccio la prendono male, mentre per gli altri portieri no. Non lo faccio più. In campionato lo fanno in tanti, se lo faccio io dicono che non sono serio e che non è il momento. Quando stavo in Nazionale e Maradona mi faceva giocare, alla Lazio non giocavo. Delio Rossi mi chiamò dicendo che c'era pressione. Sono andato dal presidente chiedendo di essere ceduto perché non mi andavano alcune cose. Stava giocando Muslera al mio posto.
-Saragozza?
Quando lì ho perso il posto era giusto, a Roma invece è stato tutto affrettato.
-Catania?
Lo Monaco nell'ultimo giorno di mercato, quando ero qui a Milano, mi ha detto 'Non sbagliare, se no ti faccio fuori'. Ho giocato sei mesi in maniera diversa, ci tenevo a cambiare la mia immagine. Purtroppo poi tra Pulvirenti e Lo Monaco non è andata bene. Sono tornato alla Lazio perché non sono stato riscattato e alla Lazio ero il terzo portiere, andavo spesso in tribuna.
-Passaporto italiano?
Avevo dei parenti, ma proprio lontani. Hanno provato ad aiutarmi a capire se c'era questa parentela.
-Dolci?
Mi piace farli, ma poi chi li mangia? Li preparo quando c'è una ricorrenza, ad esempio. A Saragozza ogni mercoledì facevamo la grigliata di carne invece. Preparavo per cinquanta persone. A Roma mia moglie mi ha chiesto di farle una torta, il giorno di San Valentino, e avevo una teglia a forma di cuore, sapevo preparare il pan di Spagna, perché ho imparato da mia nonna e mia mamma. Ho seguito molto programmi di cucina, ad esempio "Il Boss delle torte". Mi vengono molto bene comunque, non ho mai studiato per questa cosa, ma Internet dà una grande mano in questo senso.
-Cosa farai quando ti ritirerai?
Spero di arrivare almeno a 37 anni. Le grandi squadre puntano molto sui giovani, questa cosa va accettata. Ma spero di arrivare in Serie A a 37 anni. Vorrei fare il corso da allenatore, volevo già farlo quest'anno ma ho avuto la febbre per quattro giorni di fila e non ce l'ho fatta. Ci riproverò a breve. Lasciare questo sport non è facile dopo una vita intera. Golf? Diventare professionista a quel livello no, bisogna allenarsi duramente durante il giorno. Sicuramente mi piacerebbe continuare nel calcio, magari anche con i bambini.
-Allenamento?
Col passare dell'età inizia ad accusare dei fastidi. Sono abbastanza pesanti, spero di continuare a potermi allenare a questi livelli ancora per i prossimi anni Il preparatore dei portieri ci ha dato una grande mano, lui ci aiuta a preparati su quello che può accadere in partita, a giocare anche con i piedi. Se diamo il 100% possiamo farci male. In allenamento cerchiamo di non andare addosso ad un compagno che poi domenica deve scendere in campo.
-Atalanta?
Partita importante perché loro si trovano davanti a noi, ma lo hanno meritato, non è un caso se stanno lì, hanno dimostrato di essere compatti, di saper lottare e soffrire. Noi abbiamo perso con la Roma, peccato perché l'avevamo preparata bene. È diventata una partita in salita dopo quei due gol lì. Questa è la nostra occasione. L'Atalanta sta facendo bene, noi dobbiamo dimostrare che possiamo fare il salto di qualità che avviene se stai attento alle piccole cose. Quando non hai la palla devi essere cattivo, perché quando hai la palla ti difendi con il pallone, lo giri, facciamo i movimenti giusti, siamo bravi con il pallone. Il problema è quando siamo senza palla, non rientriamo con la stessa intensità, non arriva la seconda marcatura, il compagno va in difficoltà. In una rimessa laterale in cui sei messo male in campo prendi gol.
-Tifosi al Meazza?
Sarà bello con tanti tifosi. Sono un aiuto, ci sono sempre. Io dico che sono il 12esimo uomo.
-Numero 30?
La data della nascita delle mie bambine insieme. Delfina è nata il 3, Lola il 27
(Fonte: Inter Channel)
© RIPRODUZIONE RISERVATA