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A proposito, che ci dice di Baldanzi e Pafundi? Vuoi vedere che in Italia sta tornando la fantasia?
—«Con Tommaso gioco da un paio di anni, conoscevo da tempo le sue qualità. Con Pafundi questa è la prima volta, ci alleniamo insieme da una settimana e ho visto cosa sa fare... tanta roba».
Anche lei non scherza però. Un anno in Inghilterra le è servito tanto.
—«Sì, credo di aver fatto progressi, nell’ultimo anno sono cresciuto da ogni punto di vista. Metto sempre tutto quello che ho in allenamento, parlo spesso con i miei tecnici e chiedo a loro cosa pensano possa aggiungere al mio bagaglio».
Una stagione a metà: prima parte coi giovani del Chelsea, poi a gennaio il prestito al Reading.
—«In Championship ho trovato una realtà diversa, passare da un settore giovanile a una prima squadra è sempre un bel gradino da salire. Non è semplice, ma ti fa crescere».
L’estate scorsa si parlava di lei solo per quei 15 milioni. Dica la verità: è un’etichetta che le pesa?
—«No, mai. Io sono uno che si concentra sul campo e stop. Il mercato l’ho vissuto con serenità, con pazienza, aspettavo che succedesse quello che è successo. Le cose che si dicevano sul mio conto non mi hanno mai urtato».
Uno davvero forte che ha incrociato?
—«Tra Inter e Chelsea sono stato fortunato, ho condiviso lo spogliatoio con tanti campioni e ho provato a prendere spunto da tutti. Mi viene in mente Thiago Silva...».
È vero che ai tempi dell’Inter vedeva e rivedeva i video di Nicola Berti?
—«Lui è uno che giocava di fisico, che partiva palla al piede, ho iniziato a vederlo su youtube ed è diventato uno dei miei punti di riferimento».
Oggi invece la paragonano a Milinkovic-Savic, lo sa?
—«Ecco, io cerco sempre di osservare chi è simile a me per gioco e fisicità, e Milinkovic è così. Certo, magari diventare un giorno come lui... c’è da lavorare veramente parecchio».
E da bambino ce l’aveva un punto di riferimento?
—«Sono cresciuto con Kakà, mi è sempre piaciuto un sacco. Poi crescendo ho capito che le caratteristiche non sono proprio le stesse...».
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