Intervenuto ai microfoni di Sky Sport, Antonio Cassano, ex attaccante dell'Inter, ha parlato del suo periodo in nerazzurro, ma anche di tanto altro.
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Cassano: “Ausilio il miglior ds in circolazione, quanti campioni scoperti. Zaniolo? Non è un talento”
Le parole dell'ex attaccante dell'Inter
Quanto ti manca lo sport?
Guardo tante partite del passato, mi manca l'NBA, la Formula 1 e le moto. Ma la priorità è la salute e bisogna stare attenti a non ricadere nel disastro che sta per passare.
Hai ancora i tuoi colpi?
Certo che li ho, ho 37 anni: il problema è che sto dimagrendo adesso, dovevo farlo 10 anni fa. Sarò anche il migliore talento degli ultimi anni, ma buttato via. Una cosa è cambiare, un'altra non volersi allenare e mandare a quel paese senza un perché tutti è un'altra. Io ho oltrepassato tante volte il limite. Rientrare? L'idea è magnifica, la prendo in considerazione: sarebbe meraviglioso. I figli ti cambiano la prospettiva delle cose: io coi miei figli, fossi stato quello di 20 anni, che insegnamenti avrei dato? Ma devo ringraziare mia moglie, mi ha dato una grande mano per farmi cambiare. Sono contento e orgoglioso di lei.
Il più grande rammarico?
A 23 anni aver potuto andare nella più forte squadra della storia, io ho buttato via l'occasione. Al Real Madrid mi sono bruciato con errori clamorosi, la scemenza più grande che abbia mai fatto. Era la squadra più forte della storia, ho buttato un'occasione clamorosa. Lasciamo stare poi il pellicciotto. Forse meglio il Barcellona? Nel 2006 c'era Ronaldinho: lui era al top, io ci stavo arrivando. Diventava problematico: a Madrid me la giocava con Robinho. Dovevo sostituire Owen e Figo, non potevo dire no. Ho fatto una grande stupidata facendo disastri. Capello ha fatto tantissimo per me, ho perso 16 chili e ho fatto 2 gol nelle prime 3. Poi in una partita mi ha lasciato fuori io sono uscito di testa mancandogli di rispetto: lui ha sbottato, non ne poteva più. Ti dà l'anima, ma se gli manchi di rispetto... Poi mi ha dato altre opportunità, io ho fatto troppo poco per lui.
Domanda di Piero Ausilio: mica penserai di fare il direttore sportivo?
Dopo che mi sono rasato, l'ho chiamato subito: per dieci secondi non ha parlato, non se l'aspettava... Devo ringraziarlo, ho intrapreso questa strada per merito suo: so come lavora, è il miglior ds in circolazione. Non si fa vedere, ma fa bene: ha scoperto grandi giocatori Kovacic, Lautaro, Maicon, Julio Cesar... E' il numero uno, fa bene ad essere così.
Il giocatore più forte con cui hai giocato?
Maldini, mi ha fatto dannare l'anima. Con gli altri difensori pensavo a come metterli in difficoltà, lui era impossibile da fregare: il giorno prima qualche problema me lo creava.
Chiudere a Bari?
Ho avuto la proposta quando ero a Parma, sono stato vicinissimo, ma non me la sono sentita: ho preferito tornare alla Sampdoria, era un percorso finito in malo modo e volevo chiudere come volevo io.
Ibrahimovic?
Il rapporto era favoloso: preferiva giocare con me perché io ero a disposizione sua e come voleva lui. Impazziva a giocare con me: si allenava al 100%. E' il terzo attaccante più forte della storia dopo il Fenomeno e Van Basten: è stratosferico.
Cosa hai provato al gol all'Inter?
Mi è passata a vita davanti agli occhi, mi è cambiata la vita: per me è iniziato tutto.
Messi o Ronaldo?
Messi, sempre. Mi dicono che Messi abbia sempre giocato con fenomeni, gli unici sono stati Xavi, Iniesta e Ronaldinho. E' stato Messi a far diventare fenomeni tutti gli altri, ha valorizzato tutti: l'obiettivo di Ronaldo è solo far gol, Messi gioca e si diverte per la squadra. Io guardavo di notte Riquelme e cercavo di portare in campo quello che faceva. Era magico.
Il tuo idolo?
Messi.
Zaniolo?
Lo vedo mezzala di grande fisicità e buona qualità, ma non lo vedo come un talento come può essere Sancho, ad esempio.
Il compagno con cui hai più legato?
Due: uno è Totti dal 2001, l'altro è Vieri. Sono i pazzi scatenati che sento: Pupo è introverso, Bobo è simile a me ed è un pazzo scatenato.
L'attaccante che hai reso più prolifico?
Pazzini con me ha fatto 40 gol in 2 anni, negli altri 14 ne ha fatti 60. Fate voi i conti.
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