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Ormai non ci sono più dubbi: Kiavash “Kia” Joorabchian, è di fatto l’uomo di fiducia nel calcio di Suning, e sarà inevitabile che, almeno un parere sulla scelta del nuovo allenatore, i cinesi glielo chiedano ed è scontato che in occasione del casting di venerdì-sabato a Milano anche lui appaia in città. Dopo anni di trattative e intermediazioni tra il Sudamerica e l’Inghilterra, da qualche mese sta diventando di casa anche in Italia. La scorsa estate ha portato all’Inter per 40 milioni più 5 di bonus uno dei suoi assistiti di punta, Joao Mario, ma poche settimane prima era riuscito a prendere anche la procura del laziale Felipe Anderson. Nato a Teheran, è cittadino inglese visto che da quando ha 12 anni vive a Londra, dove la sua famiglia si è trasferita per affari (nella vendita di automobili) e ha il passaporto canadese. Difficile leggere sue interviste: non ama le prime pagine dei giornali anche perché in passato, in Brasile, è stato coinvolto in una vicenda giudiziaria dalla quale è stato scagionato. I trasferimenti di Mascherano e Tevez al West Ham nel 2006 gli hanno aperto le porte della Premier League. Ad ogni operazione (tra le tante ha chiuso pure il passaggio di Robinho al City...) ha concluso un affare e si è portato dietro una scia di polemiche che non ha rallentato la sua crescita nel mondo del calcio. In questo momento ha un portafoglio di giocatori quasi del livello di Jorge Mendes e Mino Raiola (nella sua scuderia ci sono anche Oscar, Tevez, David Luiz e Lindelof) ed è uno dei pochi intermediari capaci di movimentare in ogni sessione di mercato più di 100 milioni di trasferimenti.
Corriere dello Sport)
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