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Come riporta il Corriere dello Sport, il colpo di grazia a Frank de Boer sarebbe stato dato dall’atteggiamento della squadra nel primo tempo con la Sampdoria “e quel clima tra il depresso e il rassegnato che i dirigenti hanno percepito nello spogliatoio dopo il 90', sul pullman che domenica notte ha riportato la squadra alla Pinetina (i giocatori hanno dormito lì dopo oltre 2 ore di viaggio), ma anche ieri mattina, alla ripresa degli allenamenti”, si legge sul quotidiano.
Tra il tecnico olandese e lo spogliatoio – secondo il Corriere dello Sport – non c’è mai stato il giusto feeling: “il suo calcio offensivo non è stato recepito e nessuno si è buttato nel fuoco per lui. Mercoledì scorso contro il Torino i nerazzurri hanno giocato con quell’intensità perché pungolati dalla presenza della proprietà e dalle parole di Thohir e Steven Zhang, ma l’effetto ‘magico’ è durato un incontro. A Genova il ritorno sulla terra e la fine dell’esperienza interista dell’olandese”, come si legge.
De Boer ha portato un calcio troppo lontano da quello cui la squadra era abituata e probabilmente per adattarsi avrebbe dovuto partire a luglio. Poi ci sono stati problemi di natura fisica dovuti a un lavoro estivo non impeccabile, complici i rientri dalle nazionali e le difficoltà di comunicazione dovute alla lingua. È il suo metodo, però, che non ha attecchito e, inoltre, non è piaciuto il modo in cui ha gestito le rotazioni degli uomini, “come ha “scongelato” e “ricongelato” i calciatori. Gli ultimi esempi sono stati emblematici: Gabigol e Jovetic fuori dai convocati, Perisic - un nazionale che tanti club vorrebbero - impiegato solo nel finale contro la Samp, ma anche in precedenza c’erano stati troppi elementi accantonati (Biabiany, Nagatomo, Melo, D’Ambrosio, Kondogbia...) solo perché l’olandese riteneva la rosa troppo numerosa e con pochi italiani”, scrive il Corriere.
(Fonte: Corriere dello Sport)
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