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La direzione di Orsato in Inter-Juve è stata ampiamente contestata dalla parte nerazzurra. Dopo la correzione della sanzione a Vecino, passato dal giallo al rosso dopo l'ausilio della Var, Orsato non ha usato lo stesso metro di giudizio e ha evitato il secondo giallo a Pjanic per un intervento scomposto ai danni di Rafinha.
Ci sarebbe, però, una errore di comunicazione tra chi assisteva alla Var e il direttore di gara, come riporta il Corriere dello Sport: "C’è stata anche un’indicazione - involontaria, ovviamente - da parte di Valeri, uomo VAR, a Orsato nella terribile notte di San Siro, per evitargli l’ennesimo errore. Parliamo del mancato secondo giallo a Pjanic, in particolare dell’entrata scomposta su Rafinha al 12 del secondo tempo. Dalla notte di sabato, emergono nuovi frammenti nella ricostruzione delle comunicazioni che ci sono state fra l’arbitro centrale e la control room. I due hanno sicuramente parlato prima e dopo l’evidenza (i segni dei tacchetti di Vecino) dell’infortunio di Mandzukic, in particolare sulla sostenibilità del provvedimento disciplinare (giallo fatto immediatamente da Orsato, che aveva visuale libera ed era vicino ai due) e opportunità di una review, che l’internazionale di Schio ha ritenuto doverosa dopo aver visto il sangue, dunque dopo che la conversazione fra i due era iniziata. Ma c’è dell’altro. Quando Pjanic entra in maniera rude e scomposta su Rafinha, colpendolo all’altezza del petto con le gambe, ovviamente il livello d’attenzione nella saletta VAR (Valeri e Giallatini, quest’ultimo come AVAR) è salito, in particolare per rivedere se l’intervento fosse o meno da rosso diretto (è uno dei quattro casi previsti dal protocollo per aprire una review). E più o meno questo deve aver sentito nell’auricolare Orsato, cioè che quell’intervento non era da espulsione. Un’indicazione, appunto, che l’arbitro di Schio non ha saputo cogliere. Perché è chiaro che se rosso non “poteva” essere, quell’intervento così maldestro e sicuramente anche imprudente a quel punto “doveva” essere da giallo (il VAR non può intervenire sulle ammonizioni, ancorché seconde e dunque con conseguente rosso). Insomma, sarebbe bastato usare la logica e fare una deduzione. Probabilmente lo stato di tensione già alto per quello che era successo e/o forse anche la sua presunzione, la sua grande fortuna fino a quando non ha “patito” l’esclusione dai Mondiali come arbitro (ci andrà da VAR), hanno fatto il resto".
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