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Uno degli aspetti più positivi sotto la gestione Pioli lo si riscontra nella solidità difensiva, prova ne sia il fatto che, l'Inter ha mantenuto inviolata la porta in 6 partite su 12: contro Genoa, Sassuolo, Lazio, Palermo, Pescara ed Empoli. Nelle altre ha preso un gol da Juventus, Udinese e Chievo, 2 nel derby in cui esordì Pioli e contro la Fiorentina, mentre a 3 è arrivato soltanto il Napoli dei folletti in quella che è stata l’unica vera sfida steccata per ora con il nuovo allenatore. Senza dimenticare che la squadra di Maurizio Sarri ha il miglior attacco (57 reti) della Serie A e il secondo in Europa dopo quello del Monaco. Ebbene, buona parte di merito, se l'Inter ha la terza difesa del torneo (24 gol presi, meglio solo Juve e Roma con 16 e 21) lo deve in gran parte al suo uomo più silenzioso ma efficace: Samir Handanovic. Perché anche contro l’Empoli sono serviti due miracoli – soprattutto il primo, in uscita disperata su Krunic – per evitare un pareggio che avrebbe avuto riflessi (specialmente psicologici) pesantissimi.
Handanovic del resto era stato fondamentale anche una settimana prima allo Stadium con tanti interventi prodigiosi. Battuto soltanto dal tracciante di Cuadrado che non aveva visto partire. Stessa storia a Udine, dove aveva sfornato la classica partitona dell’ex, tenendo a galla i suoi prima della rimonta firmata Perisic. Ma il 32enne sloveno di fatto non sbaglia una partita da fine novembre, quando in casa dell’Hapoel prese un’ammonizione ingenua per perdita di tempo che diventò espulsione col secondo giallo, per una uscita inutilmente a valanga su Buzaglo. Vero che di nuovo davanti a lui qualcosa non aveva funzionato, ma quel rigore e rosso sancirono l’eliminazione dall’Europa League.
(Gazzetta dello Sport)
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