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Nel programma di Inter Tv, "A night not for everyone", l'ospite speciale è Julio Cesar. L'ex portiere nerazzurro ripercorre la stagione 2009/10 culminata con la vittoria della Champions League.
“Il Triplete è qualcosa di incancellabile, proprio per la difficoltà di raggiungere un traguardo del genere. Una volta con Stankovic stavo parlando di quel Barcellona che solo una stagione prima l’aveva vinto e lui mi ha chiesto “Julio quando capiterà a noi?” e poi è successo. Il collante di quella squadra è stato Mourinho, poi la nostra forza è stata che ogni giocatore ha avuto l’umiltà di pensare prima al gruppo e poi individualmente. Io sono uno molto emotivo e mi sono messo in testa che dovevo sempre scendere in campo con la massima fiducia e così è stato”.
Sulle parate più belle:
“Ho giocato 300 partite con la maglia nerazzurra, ma quella su Messi è sicuramente la parata che metto al primo posto, poi quella in Turchia sul colpo di testa di Alex contro il Fenerbahce perché lui era molto vicino e ho avuto un bel riflesso e la terza è quella sulla punizione di Janssen contro il Twente. Con i miei ex compagni ci sentiamo ancora, Materazzi ha creato un gruppo Triplete su WhatsApp e lì ci divertiamo molto, scherziamo e ricordiamo i bei momenti trascorsi insieme”.
“La parata su Messi? Questa è una delle parate più importanti che ho fatto. Per essere un portiere non ero altissimo, ma avevo tanta forza nelle gambe e fare una parata su un tiro a giro come quello è veramente difficile, ancora di più in un momento così importante della partita. Guardando le immagini vedo i tifosi del Barcellona che stavano per esultare e poi si mettono le mani nei capelli e mi vengono ancora i brividi”.
I traguardi individuali più importanti per Julio Cesar?
“Io ero un ragazzino che sognava di diventare un calciatore, ho lasciato il Brasile e sono arrivato in Europa, in Italia, trovando una famiglia che mi ha accolto in una maniera straordinaria, l’Inter è stata tutto per me e in più ho raggiunto dei traguardi grandissimi. Mi ricordo che quando mi hanno premiato come miglior portiere d’Europa non ci credevo. Uno dei momenti più belli della mia carriera è stato vincere la Champions League, poi quando sono stato chiamato la prima volta in Nazionale perché indossare quella maglia e rappresentare il proprio paese è incredibile”.
(Inter.it)
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