Cosa fatta, capo ha.
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Chi di polpastrello perisce di “azione intelligente” ferisce. Chiesa, allora aveva ragione Asamoah?
Quando le parole di una settimana infervorata di polemiche lasciano spazio a episodi tangibili
Fu cosi che Stefano Pioli (e tutta Firenze) gridarono allo scandalo per un calcio di rigore concesso per fallo di polpastrello. Polpastrello. Quella parte di una mano non imputabile alla stessa, secondo innovative leggi anatomiche, che francamente facciamo fatica a far nostre.
Fu cosi, poi, che 7 giorni dopo la situazione si capovolse.
Gli strilloni di corte, usciti da ogni pertugio con solerte puntualità, rimasero dentro. Impediti. Rannicchiati. Custodi di una sommossa che nessuna luce vide affogando in un distratto silenzio.Quella lealtà sportiva che levava al cielo il proprio grido d'ingiustizia, misteriosamente tace.
Tace.
Tace perchè, chi di polpastrello perisce di “azione intelligente” ferisce.
La chiosa – infatti – arriva per bocca d'allenatore viola: “che Federico abbia rallentato la corsa secondo me è stata una scelta intelligente” e poco importa se dalle immagini si vede chiaramente che l'esterno viola volge il torace verso il suolo preparandosi alla caduta ancor prima che la mano dello sfortunato Toloi possa franare sulla sua schiena con una violenza inaudita (a proposito, speriamo che il ragazzo stia bene). Non interessa che l'impatto tra i due avvenga mentre il calciatore della Fiorentina si trovi in rampa di lancio. “Federico ha compiuto una scelta intelligente”.
Furba.
Sicuramente una scelta furba.
Una scelta furba, talmente furba (e di conseguenza si, anche intelligente) da andare a segno.
Rigore, gol, Fiorentina in vantaggio e mani (con tanto di polpastrelli) sui tre punti in palio.
Del resto, nella gara incriminata per il famoso “rigore di polpastrello” l'esterno nerazzurro aveva chiosato cosi a fine gara: “Ho giocato già molte volte contro di lui, è intelligente e ha gamba.A un certo punto però non lo sopportavo più perché andava sempre giù senza che io facessi nulla“
Che Federico Chiesa sia un portento della natura non lo scopriamo oggi. Federico Chiesa è un evidente patrimonio del calcio italiano e va assolutamente preservato.
Preservato anche da se stesso.
Un tecnico della caratura morale di Stefano Pioli ha il dovere di farlo.
Giustamente, nel post partita negli studi di Sky si parlava di “etichette difficili da cancellare”.
E che gli dei del calcio non vogliano tutto questo.
Non può e deve essere etichettato di tale comportamento un giovane come Federico Chiesa, e lo dico sinceramente. Però, a volte, l'occasione diventa talmente ghiotta che non si può non approfittare. Che di Klose siano pieni i campi di calcio.
E allora che si fa?
Rimetterlo in carreggiata al primo campanello d'allarme forse sarebbe stata la scelta più saggia. L'ammissione di colpa forse avrebbe trasformato questo bieco processo nella consacrazione di un futuro campione che sicuramente ci sarà (e di questo episodio non ci sarà – giustamente – più traccia).
Minimizzare situazioni del genere non fa bene a nessuno, non fa bene a Stefano Pioli, non fa bene ad una piazza appassionata come quella viola, non fa bene assolutamente al giovane calciatore sulla cui integrità morale siamo pronti a scommetterci ma che oggi è stato protagonista di un goffo capitombolo.
Cosa fatta, capo ha.
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