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L'edizione odierna della Gazzetta dello Sport celebra la cinquantesima rete di Mauro Icardi. Score impressionante quello dell'attaccante argentino, che a 23 anni ha già collezionato un record invidiabile. Sono pochi quelli che alla sua età possono vantare già tanti gol all'attivo, tanto che la "rosea" lo definisce "Principino", perché ha saputo raccogliere l'eredità lasciata da Diego Milito:
IL PRINCIPINO - "Furbo. Spietato. Letale. Il Principino Icardi - colui che arrivò sotto la reggenza del Principe Milito - è diventato grande assai. E in fretta. Un tiro, un gol. Un colpo di testa girato alla Ciccio Graziani o alla Roberto Pruzzo, mirato là: killeraggio puro, di qualità. E battendo lo stesso Diego Milito e anche Sandro Mazzola, che a cinquanta gol con la maglia nerazzurra ci arrivarono in 110 partite. Chiamasi sorpasso. In scioltezza, perché «il mio mestiere è quello di fare gol». Punto, tre punti e a capo".
IL CENTRAVANTI - Mauro Icardi è il meno rugoso cinquantenario degli ultimi tempi: vero è che prima di lui hanno tagliato questo traguardo quindici giocatori extralusso (da Ronaldo a Vieri a Benito Lorenzi, per dirne alcuni), ma è altrettanto vero che lui, anni 23, vita alla «come pare a me», papà di Francesca, marito di Wanda e giocherellone compagno dei tre figli di lei, ha nel dna il saper fare il proprio lavoro, «perché Mauro i gol li ha sempre fatti - chiosa Roberto Mancini - e sempre li farà». Mancio che a lui, a volte, ha rinunciato. Ma quando la terra trema, dentro: e i sigilli sono 50. «È stato un movimento da attaccante vero - racconta il capitano dell’Inter - è stato un bel gol, ma non il più bello perché quello con il Bologna a giro in casa è stato davvero molto bello da vedere». Punti di vista. Il suo è praticamente sempre gol.
IN ATTESA DI ALTRI MIGLIORAMENTI - Guardate i dati Opta dei suoi movimenti contro il Frosinone: un tiro e un gol, appunto, ma anche le zolle pestate, tante fuori area, rientri e ripartenze. Completezza, in attesa di migliorare ancora. Icardi in queste ore leggerà pure dello sfinente tormentone legato a Maxi Lopez («Se sarebbe meglio mettere una pietra sopra a tutto? Ci può stare, meglio...», dice alle Iene il granata ed ex marito di Wanda Nara). Certamente ripercorrerà tutti i suoi gol più belli, dal primo (alla Juve a San Siro, 14 settembre 2013) all’ultimo («Per questo ho fatto l’esultanza con cinque e zero, cinquanta è una cifra impressionante»); chiaramente il tema terzo posto non si è ancora esaurito: «Nel calcio non si sa mai cosa può succedere, vediamo a fine anno dove saremo. Nel calcio si può fare tutto».
VOGLIO VINCERE QUI - Maurito fa una carezza a Jovetic («Bello giocare con lui, abbiamo un bellissimo rapporto, è un ottimo giocatore, lo incoraggio sempre perché è importante per noi»). Maurito accarezza anche l’Inter in chiave futuro, visto che più segna e più i grandi club si... segnano il suo nome. «Se voglio vincere con questa maglia prima o poi? L’ho detto sempre, penso che questa non sia la prima né l’ultima che lo dico: io sono qui all’Inter per vincere e fare grandi cose. Siamo l’Inter, una delle squadre più importanti al mondo: non si possono vincere sempre tutte le gare, ma con i giocatori che abbiamo possiamo fare grandi cose». Lui ne ha già fatte 50. Su 100.
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