Nel pomeriggio incontro in Comune a Milano per discutere del futuro di San Siro: presenti anche dei rappresentanti di Inter e Milan
Che fine farà lo stadio San Siro? Da mesi il futuro del tempio del calcio a Milano è in bilico. Nell'ultimo periodo è comparsa l'idea di un referendum per decretare il futuro di San Siro: proprio questo è l'elemento al centro dell'incontro odierno in Comune tra i rappresentanti di Inter e Milan (Giuseppe Bonomi, affidatario del dossier dello stadio, e Mark Van Huuksloot, director of Infrastructure Development nerazzurro), il Comitato Referendum X San Siro (rappresentato da Anna Camposampiero, Andrea Bonessa e Veronica Dini), il Collegio dei Garanti e i referenti della Direzione Rigenerazione Urbana. All'incontro non ha preso parte il sindaco Giuseppe Sala.
Prima ha preso la parola Andrea Bonessa del Comitato Referendum X San Siro: “Alla domanda se noi ritenessimo che, nonostante il dibattito pubblico, la possibilità che le squadre cambino leggermente il loro progetto, abbiamo risposto di sì. L’abrogativo era sull’interesse pubblico, qualsiasi cambiamento che il progetto potrà apportare, prevede la cessione dei 280mila metri quadri e quindi l’interesse pubblico, quindi nulla può negare il mantenimento del quesito. Su quello propositivo, nulla può ostacolarlo. Abbiamo fatto notare ai garanti, se mai ce ne fosse bisogno, che loro devono aiutarli al limite i cittadini e non osteggiarli. Devono metterli in grado di partecipare. Se anche ci fossero mai piccole correzioni da fare, loro ci devono dare una mano in questo senso. Questi sono i due punti cardine.
Il terzo: a un certo punto ci è stato chiesto cosa intendessimo con ‘funzioni di San Siro’, l’espressione presente nel testo. Abbiamo risposto in due modi molto semplici: il primo che la funzione di San Siro non sono solo le partite di calcio, ci sono anche i concerti per esempio. Ho sentito ieri De Laurentiis, ha proposto di fare al Maradona anche battesimi e funzioni religiose, figuratevi. Il secondo punto è che se mai ci fosse stato motivo di cambiare questa parola e mettere ‘funzioni compatibili’, in questo senso dovevano darci una mano i garanti”.
Poi Anna Camposampiero ha aggiunto: “Come abbiamo detto, auspico che da qui si riparta dopo essere stati fermati per un anno e mezzo. Non stiamo parlando solo dello stadio, ma di tutto il quartiere. Auspico che da oggi si ricominci nel modo giusto e noi come Comitato non saremo costretti a ricorrere a giudici, tribunali e Tar per far valere le regole base della democrazia. Ci tengo a dirlo. Per poter sottoporre il Referendum alla cittadinanza, e pensare poi di vincerlo, avremo da raccogliere ancora più di 14mila firme. Questo stop di oltre un anno c’è stato e ora speriamo di ripartire nel modo giusto.