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Quando è arrivata la svolta della stagione?
«A febbraio mi sono preso pubblicamente tutte le responsabilità di quel momento delicato (un punto in cinque partite,ndr ).Ho difeso Italiano e ho spostato tutte le pressioni su di me. Da lì tutto è cambiato. Tutti dicevano che dovevo mandare via Italiano ma non l’ho fatto, ho sempre creduto in lui».
Ma a giugno rimarrà?
«Ha un contratto fino al 2024 e noi abbiamo un’opzione per portarlo fino al 2025. Lasciamolo stare sereno, ha due finali da giocare. A fine stagione poi parleremo di tutto, con serenità».
Cosa pensa di Inter e West Ham?
«Sono due grandi squadre. Ma ce la possiamo fare. Abbiamo già battuto i nerazzurri in campionato e contro le big non siamo mai stati dominati. E poi domani andremo dal Papa, chissà».
È scaramantico?
«Anche. Ma soprattutto credente. Prego prima di una partita e mia moglie porta sempre in tasca un rosario. Ho dedicato la cappella del Viola Park a lei. Il centro sportivo l’ha trasformata: non mi aveva mai visto giocare da giovane, ora è sempre lì».
Rifarebbe tutto?
«Sì, certo. Anche con le critiche. Mi hanno chiamato terrone, mafioso. Inaccettabile. Forse però, invece dello stadio, penserei ad altro».
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