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Conte, la “colpa” di Agnelli e quella domanda intollerabile da quando è all’Inter

Riflessioni sulla sfida tra Inter e Juventus, in programma stasera a San Siro

Sabine Bertagna

Inter-Juventus non è mai una partita banale. Figuriamoci oggi. La prima volta di Antonio Conte in nerazzurro contro il suo passato. È proprio il suo passato a fargli visita in conferenza stampa, con un'allusione ad una parte della tifoseria bianconera (definita poi dallo stesso Conte becera e ignorante) che avrebbe richiesto la rimozione della sua stella dallo Stadium e la conseguente presa di posizione di Andrea Agnelli, in sua difesa. Beh, quella presa di posizione non è piaciuta per nulla ad Antonio Conte. Vecchi rancori (il suo passato bianconero, in fondo, rimane un nervo scoperto) ed una nuova consapevolezza legata al suo modo di intendere il calcio: chi si pone in maniera violenta e maleducata non merita di essere considerato un interlocutore (e nemmeno un tifoso). La "colpa" di Agnelli risiede proprio in questo passaggio: nell'aver voluto dare risalto ad una polemica sterile, che sarebbe potuta tranquillamente rimanere relegata in un angolo dei social. E invece si è presa la prima pagina del giornale di Torino.

Da quando Antonio Conte è arrivato all'Inter il mondo nerazzurro si è spesso posto la domanda sulla sua effettiva possibilità di entrare in empatia con il tifo nerazzurro dopo essere stato una bandiera bianconera. Quasi quel marchio fosse indelebile e non prevedesse la possibilità di scrivere una storia diversa. In un altro club. Vestendo colori diversi. Conte preferisce far parlare il campo. Gli svolazzi sentimentali che si ricamano intorno lo interessano poco. Un po' lo innervosiscono. Non lo ha mai nascosto. Sono così e non mi devo far accettare fingendo di essere un'altra persona. La dichiarazione d'amore più intensa che un allenatore di calcio possa esprimere oggi. Probabilmente la più sincera.

I tifosi nerazzurri stanno imparando ad apprezzarlo esattamente per come è. Un allenatore dalle qualità straordinarie, capace di motivare i suoi uomini come pochi altri, con un'idea di calcio che mira allo spettacolo e al risultato in una sinergia moderna e difficilmente banale. È passionale Antonio, quando si agita in panchina tutto ruota intorno a lui. I giocatori, che telecomanda nel gioco. Ma anche i tifosi, con i quali condivide la sofferenza dei 90 minuti. Per i quali lavora senza sosta. Giorno e notte. In questo breve periodo Conte è giù riuscito a fissare e trasmettere i suoi concetti chiave, ciò che vuole e soprattutto ciò che non vuole vedere. Esultare per un gol della sua Inter non è strano, ma è strano che glielo chiedano. È un professionista e come tale è abituato a muoversi e ad agire. È proprio questo punto a rendere così intollerabile il passaggio di Conte all'Inter per i suoi ex tifosi bianconeri. Come Conte stia vivendo la sua era nerazzurra. Ha scelto l'Inter e lì sta dando il massimo per ottenere il massimo. Nell'unico modo in cui sa farlo: totalmente. Cercando di vincere sempre e quindi anche di battere la sua ex squadra. Di questi stralci di polemica resterà probabilmente il giusto. A determinare le sfumature sarà il risultato di stasera. E avrà ragione ancora una volta Conte. Quello che conta, in fondo, è sempre e solo il campo. Inter-Juventus, mai una partita banale.

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