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Nell'incontro tenutosi ieri, documentato da Fcinter1908, l'Inter e Conte hanno deciso di andare avanti insieme. A convincere il tecnico a portare avanti il progetto è stata la discussione col presidente Zhang, ma anche le parole ricevute da chi collabora con lui.
"Prigioniero dell’affetto che lo ha circondato da sabato notte fino a ieri all’ora di pranzo, quando ha messo da parte il telefono per avviarsi a Villa Bellini. Dietro l’approccio «morbido» al meeting c’è un Conte che non se l’è sentita di mollare l’Inter. E dunque ha alzato il piede dal pedale dell’acceleratore. Il racconto è di uno smartphone del tecnico inondato di chiamate e di messaggi whatsapp, negli ultimi quattro giorni. Tutti con lo stesso tono: «Resta, c’è da finire un lavoro insieme». Tra i mittenti i giocatori ormai in vacanza - si racconta di un Lukaku molto attivo in questo senso -, ma anche i dipendenti di Appiano, i magazzinieri, il team manager, insomma chiunque abbia condiviso un pezzo di strada con lui.
Conte è rimasto sinceramente colpito. Ha capito di aver lasciato il segno, durante l’ultimo anno, nonostante riconosca lui stesso di essere un tipo che chiede molto a chi gli sta intorno. Ed ecco perché le persone a lui più vicine, negli ultimi giorni, si erano dette più che possibiliste sulla sua permanenza, anche quando le parole di Colonia parevano aver segnato la fine del rapporto", racconta La Gazzetta dello Sport.
E poi i tifosi, certo. Quegli stessi che Conte aveva già ringraziato dopo la finale di Europa League. Conte è stato una bandiera della Juventus, non un giocatore qualunque che ha vestito il bianconero. È stato il tecnico che ha avviato la ricostruzione vincente della Juventus, ciclo peraltro ancora in corso. Ed è pure l’uomo che, quasi alla prima mossa in nerazzurro, ha detto di fianco al presidente Zhang «mai più pazza Inter», inno che infatti a San Siro non suona neppure più. Insomma, ce n’era abbastanza per venire abbandonato alle prime difficoltà. E invece no. E invece l’allenatore in questi giorni si è sentito protetto oltre che rispettato. Amato, in una sola parola", aggiunge il quotidiano
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