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Con l'anno nuovo, l'Inter ha trovato 3 giocatori importanti, in attesa del mercato di gennaio. L'infermeria ha iniziato a svuotarsi e Conte può di nuovo contare su Sensi, Barella e Sanchez. Saranno sicuramente forze fresche per le prossime delicate sfide che dovranno affrontare i nerazzurri contro Napoli e Atalanta.
SENSI - "L’unico che ha già riassaggiato il campo prima di Natale è Sensi. 19 minuti contro il Genoa, per cancellare quei 22 illusori di Dortmund, a inizio novembre, quando l’infortunio sembrava alle spalle ma non lo era. A Napoli Stefano potrebbe riprendere un discorso interrotto tre mesi fa, con l’infortunio del 6 ottobre contro la Juventus. Le precedenti sei partite di campionato erano state sufficienti all’ex Sassuolo per prendersi l’Inter, per mettere insieme tre gol e due assist, per essere la vera fonte del gioco offensivo dell’Inter. Se Vecino vincerà il ballottaggio con Gagliardini, si ricomporrà il centrocampo della prima Inter di Conte, quella del 4-0 al Lecce. Allora la sintonia fra Lukaku e Lautaro era ancora tutta da trovare, i movimenti offensivi da mandare a memoria, ma le giocate di Sensi riempivano i vuoti di sceneggiatura", spiega La Gazzetta dello Sport.
BARELLA - "Allora, fino al derby, Nicolò Barella era ancora un panchinaro, un centrocampista da inserire nei meccanismi e un’arma che poteva cambiare le sorti di un match in corsa. Il suo ritorno, lunedì, potrebbe essere ancora da subentrante. Suo è l’unico gol di un panchinaro in questa stagione nerazzurra, a conferma che le risorse da inserire in seconda battuta in questi mesi sono state poche. Il suo status ora è un altro, e potrebbe ritrovarlo già contro l’Atalanta, ma l’inserimento sarà graduale. Dei tre è quello che è rimasto in infermeria di meno, con l’operazione immediata alla rotula dopo il crac in casa del Toro, il 23 novembre. In sua assenza i sostituti hanno trovato inattese energie (Borja Valero), continuità di impiego (Vecino) e un gol (Gagliardini). Nessuno poteva garantire la sua capacità di essere decisivo nelle due fasi, e soprattutto la potenziale pericolosità nell’area avversaria. Nessuno insomma poteva diventare una terza minaccia per le difese dopo le due enormi e più dichiarate, Lukaku e Lautaro".
SANCHEZ - "Quei due hanno dovuto costituire la quasi totalità delle soluzioni offensive, riuscendoci con brillantezza, nonostante l’impiego senza pause. Ora, con il ritorno di Sanchez, quella situazione non dovrebbe più riproporsi. E non è solo una questione di avere un cambio, ma anche di avere «varianti»: i 168 centimetri e la lunga esperienza di Alexis ne garantiscono parecchie. Il cileno può garantire modi diversi per attaccare le difese, parla la stessa lingua calcistica del Toro e può colpire anche giocando spezzoni. Averlo lì, averli tutti e tre lì, fa tutta la differenza, per provare a non mollare la vetta", spiega il quotidiano.
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