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C'erano grandi aspettative su Conte e sull'Inter e i risultati fatti in campionato avevano fatto ben sperare. Almeno prima del doppio ko con le due dirette rivali per lo scudetto. Dopo quelle nell'ambiente nerazzurro si è smesso di pensare al titolo e c'è stato diverso tempo per recuperare dalla botta. I punti di distacco sono sei. "Non sono un abisso", ha spiegato l'allenatore nei giorni scorsi. L'Inter c'è ma ha un peso in meno. Non è obbligata a vincere lo scudetto ma può provare a farlo.
Questo sottolinea La Gazzetta dello Sport spiegando che "il tecnico si trova nella condizione preferita, quella dell’underdog a cui si chiede un miglioramento, ma non di prendere ciò che sembra lontanissimo. E quando Conte può procedere a fari spenti, o almeno senza un enorme riflettore puntato addosso, finisce col ricomparire in prossimità dello striscione del traguardo".
Al suo primo anno in bianconero, la Juventus arrivava da due settimi posti, ma partendo da quello fece 26 punti in più rispetto alla stagione precedente e riuscì a riportare il club juventino alla vittoria. Il Chelsea aveva raccolto un decimo posto l'anno precedente quando lui è arrivato, lui ha raccolto 43 punti in più rispetto alla stagione precedente e ha vinto la Premier. Quando in estate è arrivato all'Inter, i nerazzurri erano già riusciti a riconquistare una posizione in Champions. Situazione migliore quindi e l'ambiente premeva per lo scudetto. Fino alla doppia sconfitta con le dirette rivali, poco prima del lockdown per il coronavirus. Lì tutti hanno rinunciato allo scudetto e con questa condizione low profile i nerazzurri hanno ricominciato il loro percorso in campionato. Quello che conta in fondo è quello che l'allenatore dice ai suoi quando si ritrovano tra le mura di Appiano Gentile. E da qualche dichiarazione dei giocatori tutto appare meno che Conte abbia rinunciato a provare a vincere.
(Fonte: La Gazzetta dello Sport)
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