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Conte, per l’Inter c’è progetto Dinamite. Basta tiqui taqua, squadra verticale e si pensa in grande

Andrea Della Sala

Il tecnico dell'Inter ha cambiato mentalità alla squadra e sta lavorando per trasferire le sue idee

L'impatto di Conte nell'Inter è stato devastante. Il tecnico si è calato alla grande nell'ambiente nerazzurro e sta trasmettendo la sua personalità e la sua voglia di vincere. Dopo la vittoria col Lecce gioia, ma subito il pensiero alla prossima delicata sfida in casa col Cagliari. Il progetto di Conte è importante e sta facendo marciare la squadra a grande intensità, sempre. Ecco l'analisi di quanto sta facendo Conte secondo La Gazzetta dello Sport:

LAVORO - "Si racconta di un Conte stremato, lui in primis, dopo ogni allenamento. Ecco, si facciano le dovute proporzioni sui giocatori, per capire gli effetti del lavoro del tecnico sulla squadra. Non s’inventa nulla, si suda e si vede l’effetto che fa. All’Inter Conte sta facendo un effetto bellissimo. Ha vinto ancora al debutto, la quarta partenza lanciata della sua carriera. Ma quel che più vale, ha trasferito alla squadra un’idea che può essere raccolta in tre grandi aree. La prima, l’area motivazionale. L’Inter tutta ha fame di calcio. Può sembrare banale, ma il concetto di collettivo che Conte è riuscito a trasmettere a tutti è emblematico. Piccoli segnali a corredo: le esultanze di gruppo dopo le reti, Lukaku che va a cercare il più giovane del gruppo, Esposito, per festeggiare il primo gol, la rinascita di un calciatore come Candreva, che a San Siro in campionato non partiva titolare da febbraio e che con Spalletti non veniva mai preso in considerazione, se non in casi di estrema necessità".

TATTICA - "Conte ha parlato del suo 3-5-2 come evoluzione tattica del 4-2-4, «perché in questo modo si attacca con più uomini». È dunque un’evoluzione offensiva, che sbilancia in avanti l’Inter pur concedendo poco in fase difensiva. La tara va fatta con il Lecce, ovvio. E soprattutto il test probante sarà contro squadre meno disposte a lasciar giocare l’Inter, come per filosofia ha scelto di fare Liverani. Ma una cosa è certa: l’Inter ha abbandonato l’idea di tiqui taka sposata da Spalletti. Oggi la squadra è verticale, va dritta all’obiettivo, in pochi passi rovescia l’azione. La controindicazione possibile? La condizione fisica dev’essere sempre buona, per potersi permettere ribaltamenti di fronte costanti".

TECNICA - "Terza area, la tecnica. L’Inter ha alzato la qualità del suo gioco. Lukaku è il centravanti che per caratteristiche non poteva essere Icardi: qui non si parla di gol, ma di caratteristiche. L’accoppiata Sensi-Brozovic è forse la sorpresa più piacevole vista in campo, la ricerca del tiro da fuori è un’altra scelta mirata del tecnico, la voglia della costruzione dal basso - per la verità prerogativa anche di Spalletti – è fatta con intelligenza limitando i rischi. Ma la testa di Conte è ai particolari, non al «grosso già assorbito». L’Inter deve crescere nella condizione atletica, in alcuni momenti apparsa non ottimale, al punto di non consentire di avere ritmi di gioco costanti. Può e deve migliorare nella fase di pressing, a volte portato in maniera individuale e non collettiva. E deve sincronizzare i movimenti difensivi, apparsi non ottimali", chiude La Gazzetta.