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Divorarsi i suoi giocatori, in piena confusione, oppure motivarli con una strategia diversa e per certi versi inaspettata? Il tecnico nerazzurro ha scelto la seconda via, con risultati straordinari.
"Antonio Conte ha dipinto la risalita. Ha scelto i colori giusti, le pennellata andava via leggera. Sì, leggera. Non si pensi a toni troppo alti, a discorsi duri nei confronti della squadra. Non era quello il modo e il momento di andare a fondo, davanti a giocatori già di loro provati da uno dei primi tempi peggiori della stagione. È una strategia psicologica razionale.
La strigliata è in genere molto più necessaria - come accadde nell’intervallo di Dortmund, per esempio - quando il risultato è positivo e i giocatori corrono il rischio di sedersi, di pensare che il più è fatto. Due sere fa in quei 900 secondi Conte ha prima usato l’ironia, motivando la reazione di Lukaku e compagni. Come? Chiedendo a tutti, nel bel mezzo di uno spogliatoio silenzioso, se davvero il secondo tempo sarebbe proseguito sulla stessa linea del primo. Della serie, parola più parola meno: dobbiamo andare avanti così? Se sì, vediamo quanti altri gol incasseremo", ha raccontato la Gazzetta dello Sport.
"Poi Conte ha ricaricato le pile dei giocatori. E questa è stata la parte più motivazionale. Il tecnico ha ricordato a tutti i 19 punti di distacco in classifica tra le due squadre. Ha quindi sottolineato la differenza di rendimento, provando a sminuire i meriti rossoneri. L’obiettivo - riuscito - era quello di convincere i giocatori di essere più forti dei singoli avversari che avevano di fronte. E che dunque nessuno avrebbe dovuto aver paura di tentare una giocata individuale".
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