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Cordoba: “Volevo solo l’Inter. Zanetti un fratello. Moratti, Thohir, Cuper e Mou…”

Simona Castellano

Il protagonista della puntata di questa sera di Inter Legends, trasmissione di Inter Channel, è Ivan Ramiro Cordoba che si è raccontato ai microfoni di Alessandro Villa, ripercorrendo la sua carriera e le tante vittorie con la maglia nerazzurra....

Il protagonista della puntata di questa sera di Inter Legends, trasmissione di Inter Channel, è Ivan Ramiro Cordoba che si è raccontato ai microfoni di Alessandro Villa, ripercorrendo la sua carriera e le tante vittorie con la maglia nerazzurra.Le sue parole:

Thohir

E' una persona che vuole portare avanti il calcio con la sua passione e con la sua esperienza. Vuole bene all'Inter e vuole che l'Inter sia sempre protagonista, ha un progetto ben definito per noi e per questa società Dobbiamo ascoltarlo e sentire qual è la sua idea e lavorare tutti per far diventare l'Inter quello che lui vuole. 

Moratti

Per noi è sempre stato come una mamma che cura i suoi figli, ma li fa sentire responsabili e con la voglia di andare in campo e giocare per la squadra e per la gente che sta lì. 

Inzaghi

Quando lo toccavi cadeva. Quando sei difensore e marchi uno come Inzaghi ti dà fastidio, non puoi stare tranquillo. Però faceva il suo lavoro.

Zanetti

E' un fratello. Ci uniscono tante cose, forse nelle cose difficili diventi più amico di alcune persone e tra me e lui l'amicizia è fortissima. Tutti sanno che tipo di persona è. Per me è sempre stato un esempio e spero che possa dare ancora tantissimo a questa società, lui ci tiene tanto.

Numero 2 Colombia

Dopo tanto tempo ho indossato il 2 di Escobar che nessuno indossava più. L'allenatore mi ha detto di indossarlo.

Adriano

Poteva essere il miglior giocatore, è una buona persona, aveva una buona condizione fisica e atletica. Nella vita ti succedono anche cose particolari e a lui sono successe e queste possono far cambiare tutto. Dispiace. Sarebbe stato importante nella storia dell'Inter. Rimarrà comunque un bellissimo ricordo.

Fondazione

Voglio portare il bene che ho avuto nella mia vita anche alla mia fondazione. 

Yepes

Quasi un fratello, abbiamo giocato insieme per tanto tempo. Poi abbiamo giocato contro in Argentina, anche in Europa siamo arrivati insieme, io 6 mesi prima. Mourinho mi faceva marcare lui, credo lo facesse di proposito.

Ultimo giorno da calciatore, derby

Non avrei mai immaginato di avere un addio al calcio così. Volevo farlo in campo con l'Inter, però non immaginavo una cosa così. E' stato il massimo, è stata una sorpresa bellissima perché tutti si riscaldavano con la mia maglietta, mi vengono i brividi, mi viene la nostalgia, ne farei un'altra...

Coppa del Mondo

Per un giocatore non è bello sapere all'ultimo minuto chi gioca, ma è stato un momento importante perché mi ha dato tanta carica. Era come mettermi ancora alla prova, all'Inter mi sono sentito sempre così. Erano due partite quel giorno, la prima mi avrebbe permesso di giocare la seconda magari e quindi era la più importante. Fino al giorno della riunione non si sapeva chi giocava. Poi il mister ha dato la formazione e mi sentivo forte pensando al fatto che avrei giocato. Quella partita ha dimostrato la forza del gruppo e la forza che poteva dare

Finale di Champions

Quando Zanetti alza la coppa io sono vicino a lui e mi viene da abbracciarlo. Mi sono venute in mente tutte le situazioni vissute in quegli anni. Pensi che finalmente ci sei riuscito.

Barcellona-Inter

Gli ultimi 10 minuti non passavano. Eravamo un gruppo così affiatato e forte e penso che non ci avrebbero fatto gol nemmeno se avessimo giocato altri 45 minuti. Davamo anche l'anima. Siamo rimasti in 10 molto presto e quindi dovevamo aiutarci. La squadra ha fatto la sua partita come doveva e abbiamo portato a casa il risultato che ci ha permesso di andare in finale.

Campionato 2009-2010. Inter in casa per due volte finisce in 9.

Per noi è normale, capita anche questo. Noi siamo particolari anche per questo. Succede anche al derby. In una partita che sembrava chiusa succede questo e la metti a rischio, ma magari la rendi più particolare (sorride, ndr).

Gol contro il Napoli

Non me lo aspettavo. Di solito quando la palla viene respinta io scappo per aiutare in difesa. In quest'occasione non so perché sono rimasto vicino all'area di rigore, calcio e la metto nell'angolo, proprio con la gamba dell'infortunio. Ho festeggiato facendo una capriola che quasi il ginocchio non mi reggeva (ride, ndr) e poi ho ringraziato la panchina. Ricordo anche il gol contro la Reggina, pareggiavamo a pochi minuti dalla fine, poi con il mio gol abbiamo vinto.

José Mourinho

Già il primo giorno si è presentato alla Pinetina perché voleva conoscere tutto. Io stavo lavorando per anticipare i tempi di recupero. Lui sapeva già metà della mia vita, non c'era molto da raccontarsi (sorride, ndr). E' stato un bell'impatto.

Ottavi di Champions - Liverpool

Noi avevamo iniziato a giocare la partita sperando di passare il turno perché eravamo forti anche se allo stadio c'era un'atmosfera pesantissima, però bella, particolare. E' uno degli stadi che più ricordo. Poi siamo rimasti senza due difensori cenrali (Materazzi espulso, Cordoba infortunato, ndr) e quindi a pochi minuti dalla fine ci viene negata la possibilità di passare il turno, perdendo 2-0.

Roma

Giocavamo con la maglia bianca e ho segnato anche io, il quarto gol. Giocavamo a memoria. Sai che se fai un movimento poi ti arriva la palla, perché il tuo compagno sa già dove darti la palla. 

Zlatan Ibrahimovic

E' il suo carattere. E' un giocatore fortissimo, ha un carattere speciale, particolare, è normale che quando uno vuole alzare di più la voce senza conoscere tutto magari ci si scontra, è normale che qualcuno ti riprenda e così è successo con lui.

2006-2007

Eravamo messi molto bene in campo, avevamo la consapevolezza, la tranquillità. Non avevamo il peso di vincere. Eravamo più sicuri di noi stessi, la gente capiva il momento. Ci conoscevamo a memoria, Maicon sapeva che se andava avanti faceva come un attaccante in più e io lo coprivo. Anche io e Javier ci parlavamo così. Ci guardavamo negli occhi e ci capivamo al volo.

Finale Copa America

Abbiamo iniziato a fare la preparazione per Copa America, anche se c'erano problemi interni al paese, c'era molta paura. La Colombia però ha detto che si poteva giocare tranquillamente. Gli altri non si preparavano fino all'ok, noi invece avevamo iniziato la preparazione. C'erano persone in tutte le strade, era una cosa bellissima. Credo che abbiamo vinto anche grazie al positivismo che c'è stato intorno alla Nazionale. Davvero periodo magico, nessuna rete subita.

Gol

Nel 2005/2006 avevamo Mihajlovic che tirava tamte punizioni e calci d'angolo. Io andavo a saltare. Bastava soltanto andare in contro alla palla, toccare poco ed entrava in rete o diventatva un passaggio per un compagno. 

Tu e Walter Samuel i difensori meno sorridenti 

In campo dovevo trasformarmi, dovevo essere deciso e concentrato su quello che faceva. La parola 'amicizia' esisteva solo per i miei compagni, il resto erano avversari. Dovevo difendere bene, difendere la mia squadra. Avevo un ruolo definito. Andavo deciso. Poi finisce la partita e passa tutto. Ovviamente tutto nei limiti della correttezza, del rispetto degli avversari.

Roberto Mancini - Coppa Italia Momento speciale per me, è stato un onore per me alzare la Coppa, sapendo che dovevo fare quello che avrebbe dovuto fare Javier Zanetti. Una volta che alzi la prima coppa sai di essere forte e hai anche una responsabilità grande ma bella, tu vuoi continuare a vincere perché questo ti dà una stima enorme. Lavori e sai che quella è la strada giusta.

Euro-Derby

Sono state due partite di altissima concentrazione, dove ognuno pensava di giocare la partita della vita. Tutti parlavano di quello, anche al lavoro immagino. A volte non serve molta pressione, la partita già ne mette tanta. 

2002

Dovremo fare un altro programma per parlare di questo periodo. Si aveva la sensazione di essere vicino al titolo e ogni cosa che facevi per raggiungere l'obiettivo ti sembrava una cosa incredibile. Poi ci sono cose che non si possono controllare. 

Marco Materazzi

C'è anche l'occhio dell'allenatore e di chi lavora, provano sempre a portare qui giocatori importanti. Con Marco abbiamo fatto anni belli, altri un po' meno. Siamo soddisfatti di quello che abbiamo dato a questa squadra. Nei momenti difficili quando non arrivano i risultati è lì che devi tenere botta perché il lavoro paga e ha pagato, lo sappiamo. E' stato un bel periodo.

Hector Cuper

Si sono messe le basi per creare qualcosa di importante. Bisogna dargli tantissimo merito, ha iniziato a fare un lavoro importante in generale. Ci ha dato la consapevolezza di poter essere protagonisti e così è stato.

Infortunio Ronaldo

Momento molto triste, difficile, per tutti gli interisti. Quella di Ronaldo era una cosa così pesante e il gruppo lo sente. Ronaldo era una brava persona, tranquilla, è stato un grande dispiacere, ma ha avuto forza per recuperare. Noi contavamo tanto su di lui, era molto importante. Non averlo è stato un handicap.

6 gennaio 2000, esordio Inter-Perugia 

Inizio bello, mai speravo una giornata così, faceva freddo, ma non sentivo niente. Volevo solo entrare in campo. Ricordavo le parole dell'allenatore del San Lorenzo: mi aveva detto che da subito dovevo far bene. Mi sono messo questo in testa dal primo allenamento ed è stata una gioia fantastica vincere quella partita (5-0, ndr).

Arriva l'Inter

Dopo l'interesse dell'Inter non avevo più dubbi. Fernando Miele, presidente del San Lorenzo, mi ha detto dell'interesse del Real Madrid, ma io gli ho detto che avevo deciso di andare all'Inter. Avevo grandi motivazioni.

Argentina, San Lorenzo. Squadra di Papa Francesco

Anche questo la rende eccezionale. E' una squadra che ha lottato sempre per stare tra le prime quattro. Prima aveva uno stadio che mi ricorda molto il Meazza. Le tribune erano in legno e si sentiva un grande tifo. Poi il club ha dovuto lasciare quello stadio. E' sempre stata l'anima della squadra quello stadio. 

Atletico NacionalE' la squadra più famosa, quella che ha tantissimi tifosi. E' speciale, è la squadra della mia città. Arrivare in quella squadra era per me importante e quindi ho fatto di tutto per arrivare.

Deportivo Rionegro

Rene Higuita è particolare. Ha caricato tanto la squadra con la sua esperienza. La sua presenza ha risollevato la squadra, pur non essendo mai stata in serie A. Questo club ha iniziato a giocare quando è nata la serie B in Colombia. Ha sempre lavorato bene, io ho fatto questo percorso e mi ha aiutato tanto per fare il salto di qualità con l'Atletico Nacional.

Difensore centrale alto 1.73

La mia altezza è quella, 1.73. Ero consapevole del mio fisico, anche delle difficoltà che avrei potuto incontrare in un calcio come quello italiano. Ho cercato dis viluppare fin da piccolo da velocità e la capacità di saltare. Se volevo far bene in quella posizione dovevo fare la differenza.

Chi è dell'Inter è solo dell'Inter e non può essere di altre squadre. L'Inter è speciale e lo sappiamo tutti noi che siamo qui. Avevo già deciso di voler venire all'Inter e... sono qua.