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Cordoba: “Mourinho a Madrid? Per lui era un’amichevole. Zanetti e Stankovic…”

Andrea Della Sala

Ospite del programma radiofonico Catteland su Radio Deejay c’era oggi Ivan Ramiro Cordoba. Li fanno ancora i cori personalizzati? Poco, non credo li facciano più. Era fantastico, prima della partita ti caricavano davvero tantissimo. Sono i...

Ospite del programma radiofonico Catteland su Radio Deejay c'era oggi Ivan Ramiro Cordoba.

Li fanno ancora i cori personalizzati?

Poco, non credo li facciano più. Era fantastico, prima della partita ti caricavano davvero tantissimo. Sono i tuoi 20 secondi, è bellissimo.

Combattere da uomo è la storia della tua vita?

Si sono arrivato a Milano nel '99, un freddo e poi c'era la nebbia. In Colombia, soprattutto a Medellin non si cambia mai l'armadio. E' sempre primavera.

Ora vivrai in Italia?

Sì per la crescita dei bambini finiranno la scuola qua poi vedremo.

Sentivi la pressione?

Anche se ero molto carico le sentivo. La notte prima delle partite mi vedevo la partita in testa, i movimenti degli avversari. Il riscaldamento non mi è mai piaciuto, io ero talmente carico che non ne avevo bisogno.

Anche se ti andavano via li hai sempre ripresi

Sì era diventata una sfida per me. Poi sentivo la Curva cantare il mio nome e mettevo il turbo.

Ti piace ballare?

Mi piace ballare la salsa, ballo solo quello.

All'Inter con chi stavi in camera?

Primo anno con Recoba, lui era fortissimo gli mancava un po' di voglia. Lui la palla la metteva dove voleva con destro e sinistro. Poi due anni con Materazzi e tutti gli altri anni con Zanetti che ancora adesso siamo fratelli.

Eri uno dei leader, quella squadra ne aveva tanti.

Ne avevamo tante di persone con carattere. E' meglio averne tanti, c'era poco spazio per le sconfitte, non dovevano succedere. Anche le partite d'allenamento erano una guerra.

Hai bisticciato con qualcuno?

Uno su cui abbiamo cercato di fargli capire era Balotelli. Lui è un buono se lo prendi da solo, davanti a più gente cambia. Forse è questa la sua personalità, da solo è troppo buono. In quel tempo si paragonava a Ibrahimovic, ma doveva fare il sui percorso senza guardare Ibra. Zlatan era fortissimo, una mentalità pazzesca. Fa la differenza da solo. Ci ho bisticciato un pochino, gli ho detto quello che pensavo.

Hai alzato la voce con Mourinho?

Abbiamo passato anni difficili, lui è arrivato ha detto certe cose e io e Javier non ci stavamo. Gli ho detto quello che pensavo, non l'ha presa bene ma lo ha rispettato e mi ha detto che avevo ragione. Io non lo sento, ma i miei compagni sì.

Veron?

Fantastico,aveva un modo di calciare bellissimo. Bastava recuperare la palla e lo trovavi sempre, era lì che ti guardava. A me non piaceva averla nei piedi, la recuperavo e la davo a chi dovevo.

Come erano le ore precedenti alla finale? Mou aveva predetto risultato?

Luie ra seduto con piedi sopra la scrivania, come se dovessimo giocare un'amichevole. Era un messaggio per noi, voleva dirci siete arrivati qua la vincete. Fate quello che siete abituati a fare e portatela a casa. Il nostro presidente era di un nervoso. Noi non vedevamo l'ora di giocare.

Chi erano i più nervosi e quelli più calmi?

Stankovic è uno che sente tanto le partite, inizia a sudare. Anche quando andiamo in aereo è così, poi la trasformava in grinta. Zanetti era uno molto tranquillo, calmo.

Nell'ultimo anno è uscito Narcos, la serie tv

E' fatta molto bene quella serie. Chi guarda Narcos, dopo gli consiglio di guardare Pablo Escobar. Si viveva così, come nella serie tv. C'era la guerra tra i cartelli, io avevo 15 anni. Andavi per le strade e quando vedevi una macchina parcheggiata o un sacchetto nero andavi in un altro quartiere perché avevi paura esplodesse. Escobar ha aiutato tantissimo la gente povera, ha donato case ai poveri. Aveva convocato i migliori giocatori di Medellin, si diceva che addirittura andava negli spogliatoi prima delle partite. Nella mia vita ho incontrato personaggi che non ho voluto capire chi erano. Ringrazio di essere andato via giovane.

Con la Colombia hai segnato nella finale di Coppa America?

Sì ho fatto il gol vittoria. Era un periodo terribile, per un mese si è fermato tutto, tutti guardavano le partite e in giro non c'era casino. Ci facevano corteo al pullman, avevamo energia pazzesca.

Non sapevi come festeggiarlo?

Correvo, vedevo la gente poi mi sono buttato a terra e mi sono venuti addosso tutti i compagni. Ho pensato ora posso anche morire.

Tu e Zanetti avete associazioni benefiche?

Si lo facciamo perché siamo stati fortunati nella vita e vogliamo ricambiare questa fortuna. Ora vado spesso in Colombia per stare vicino al papà.

Ora cose fai professionalmente?

Aiuto quattro giocatori nella loro crescita professionale. Un italiano, due colombiani e un argentino.