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L'assenza di Lautaro contro il Verona non ha pesato, anzi. Simone Inzaghi si è affidato alla coppia Correa-Dzeko ed è stato ripagato da un'ottima prestazione da parte di entrambi. Con loro due in campo l'Inter offre almeno due letture tattiche differenti. "Con il Tucu come partner, il bosniaco è chiamato a fare di più il centravanti, a riempire di più l’area di rigore. E la squadra, individuandolo come primo riferimento, si è geneticamente modificata andandolo a cercare anche con i palloni alti, variabile tattica da non sottovalutare quando le uscite con De Vrij e Brozovic risultano più complicate", si legge sulla Gazzetta dello Sport.
"Anche perché il ruolo di raccordo con il Verona è spettato all’argentino. Molte volte lo si è visto qualche passo indietro rispetto a Dzeko, quasi da trequartista. A volte vicino a lui si è “alzato” anche Calhanoglu: non è giusto parlare di 3-4-2-1, ma di sicuro Correa ha le capacità, per caratteristiche, di dialogare di più con i centrocampisti in generale rispetto a quel che naturalmente può fare Lautaro. In definitiva: l’Inter dà l’impressione di sviluppare meglio il suo gioco, con questi due in campo. Quella con il Verona è stata la miglior prestazione complessiva degli ultimi due mesi, perlomeno in campionato".
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