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Intervenuto ai microfoni del MatchDay Programme di Inter-Fiorentina, Joaquin Correa, centravanti nerazzurro, ha ripercorso così la sua carriera per poi arrivare alla sua esperienza a Milano: "La mia famiglia è fondamentale, mio padre mi ha sempre accompagnato ovunque con uno sforzo incredibile. Poi c’è Veron che per me è stato come un padre calcistico, mi ha aiutato tanto. In Argentina quando sei ancora piccolo e fai le prime esperienze importanti, la prima cosa che ti dicono è quella di rimanere sempre con i piedi per terra, me lo ha sempre detto anche mio padre e per me ha un valore enorme.
La costanza, il lavoro e la determinazione poi per il prosieguo della mia carriera sono stati altrettanto importanti. La mia storia parte da Tucuman, li sono nato e mi porto dietro tutto di quel posto, è il luogo più importante per me. Ho 11 anni sono andato a Buenos Aires, ero a 1200 chilometri da casa. È la prima città in cui mi sono spostato e ho dovuto imparare tante cose, era tutto diverso, ma è stata una tappa importante.
Milano fa parte del mio presente, sono cresciuto tanto qui. Se potessi scegliere tra leggende nerazzurre come compagno di stanza, reparto e come avversario in allenamento? Primo direi Veron perché avevamo un buon rapporto e abbiamo condiviso tanto, secondo Milito, un giocatore pazzesco, e per la sfida in allenamento Walter Samuel. Il goal con l’Udinese? Dopo la doppietta contro il Verona, ricordo con piacere questo goal: sono partito palla al piede sono entrato in area e l’ho messa sul primo palo. Era una partita che non riuscivamo a sbloccare e ricordo questo goal per la tecnica e le emozioni".
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