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Walter Sabatini ha chiuso definitivamente con Suning. Il dirigente ha presentato le sue dimissioni alla proprietà cinese e questa mattina sono state ufficializzate. Il Corriere della Sera, sul proprio portale, riassume la vicenda e svela le due ragioni che hanno portato il dirigente a prendere questa decisione: "A inizio marzo, il 62enne Sabatini aveva comunicato al patron Jindong Zhang la volontà di lasciare l’incarico e attendeva la risposta. I cinesi stavano ancora valutando se accettare le dimissioni, ma sembrava impossibile sanare una frattura amplificata dall’ultimo mercato. Il rapporto tra Suning e Sabatini, sotto contratto fino a dicembre 2018 con opzione per altri due anni, era andato in crisi a inizio agosto: troppi paletti e poca autonomia. Il proprietario Jindong Zhang si è via via disinteressato dell’Inter. Da oltre un anno non si vede a Milano, ma ha posto rigorose linee guida: rispetto del fair play finanziario e delle rigide direttive del governo cinese, contrario a esportare capitali da investire nel calcio. Così sono andate in fumo le promesse dello scorso maggio, quando arrivarono Sabatini e Luciano Spalletti. L’idea di creare un network di squadre di Suning in giro per l’Europa è abortita e pure la chance di un progetto di lungo respiro. Due fattori pesano sulla volontà di Sabatini: la reale volontà di costruire e l’asfittica catena di comando della galassia Suning e dell’Inter. Le lungaggini su ogni decisione hanno portato alla resa Sabatini, costretto a essere più un politico che un guerriero. Il direttore sportivo e responsabile dell’area tecnica dell’Inter, Piero Ausilio, resta così l’unico responsabile del mercato nerazzurro".
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