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Un'ora e mezza di conferenza stampa per Luciano Spalletti, che ieri ha colto l'occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Esordisce così il Corriere della Sera oggi in edicola: "Forte della qualificazione in Champions League, Luciano Spalletti buca i palloncini della festa nerazzurra e butta giù dal carro dei vincitori gli imboscati. E allora dopo i grazie a tifosi e squadra «che non ha solo fatto un gradino in più ma ha proprio salito tutto un pianerottolo», e dopo aver fissato nella vittoria con la Lazio «il momento più bello della stagione e nella sconfitta con la Juve il più difficile», Spalletti apre il vaso dei ricordi avvelenati per mettere in guardia sul futuro. «Non ho condiviso l' obiettivo Champions posto dalla società, non mi hanno messo a disposizione quel che mi avevano detto. Ci sono state promesse non mantenute. La picconata è riferita agli annunciati 150 milioni d' investimenti che dovevano trasformare il mercato scorso in un sogno, polverizzato da una campagna acquisti fatta con un «movimento grossolano, senza scelte precise che non hanno spostato il valore della rosa».
I grandi giocatori promessi non sono arrivati - continua il Corriere della Sera -, l'obiettivo Champions però è rimasto, e oggi si tratta il centrocampista Barella del Cagliari che non è proprio un assaltatore del calibro di Nainggolan o un Vidal, i due rincorsi un'estate fa. Le parole rimbombano nelle orecchie dell'amministratore delegato Alessandro Antonello, del direttore tecnico Giovanni Gardini e del direttore sportivo Piero Ausilio. Spalletti affonda. «Chi parla di scudetto (lo ha fatto l'ad Antonello dopo la partita con la Lazio, ndr) se ne assume la responsabilità. Per arrivarci serve un mercato al livello dei club che lo vincono. Noi abbiamo dei paletti e non possiamo riscattare Cancelo e Rafinha. Questo se vogliamo rispettare le regole, sennò facciamo uno striscione con scritto: "Bilancio più bello con Gardini, Ausilio e Antonello"». Spalletti mette in rime sarcastiche le preoccupazioni sul futuro. Non bastano Asamoah, De Vrij e Lautaro Martinez, arrivato ieri a Milano (oggi le visite mediche). L'allenatore lancia l'allarme su Icardi. «Tenere chi non vuole rimanere è difficile. Non è il suo caso. Però se va via deve arrivare uno come lui o più forte». Perché in Champions l'Inter andrà in quarta fascia e il tecnico non vuole fare figuracce".
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