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L’ unica cosa che non cambierà sarà il modo di giocare, e anche il ruolo. . E chi ha visto Liverpool-Siviglia dell’altra sera ha visto anche il prequel dell’Ever Banega nerazzurro: l’uomo che dovrà dare all’Inter un’altra padronanza del gioco. Un’altra fantasia. Il Benega che si vedrà all'Inter è il trequartista del 4-2-3-1 dal quale Mancini potrebbe ricominciare: centrale nella linea a tre dietro a Icardi. Così lo vedono all’Inter, e pensandolo così hanno mirato al suo contratto in scadenza. Un fantasista tout court. Banega non è mai stato un fulmine di guerra e tanto più adesso gestisce i tempi da brevilineo senza grande cambio di passo. Da calamita di palloni che molto raramente perde e quasi sempre sa quando e come dare. Un metronomo che fa girare il meccanismo: decide lui i tempi, amministra lui l’opzione gioco lungo o gioco corto. Un giocatore libero di muoversi su tutto il fronte offensivo, come ha quasi sempre fatto con il Siviglia, perché ama giocare alle spalle ma comunque vicino alla punta, per accompagnarla in porta. Contro il Liverpool ha giocato da trequartista, ma senza gli obblighi di posizionamento che avrebbe da centrale di un 4-3-3. Con quel sistema - ma non è l’opzione che ha in testa Mancini - potrebbe semmai fare l’interno: in ogni caso non da mezzala classica, per ovvi motivi di gamba. Altre soluzioni lo metterebbero in difficoltà, invece di aiutarlo ad aiutare l’Inter: è stato anche davanti alla difesa, in coppia con un mediano puro, ma era più giovane. E il calcio non fa sconti neanche se ti chiami Banega: ci sono modi di giocare, ma anche tempi per giocare in un certo modo.
(La Gazzetta dello Sport)
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