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E a Oaktree come converrebbe agire?
«Non conosco le loro intenzioni, quindi non posso rispondere con cognizione di causa alla sua domanda».
Voi avete mai ricevuto una risposta definitiva da Zhang sul progetto InterSpac?
«Sì, quattro risposte negative. Ci sono stati quattro tentativi distribuiti negli ultimi tre anni, uno addirittura precedente al sondaggio che avevamo lanciato. Ci era stato detto che la proprietà aveva altre idee, il che ovviamente è del tutto legittimo».
Come potrebbe InterSpac essere utile per abbattere il debito del club?
«Si tratta di sostituire nel bilancio dell’Inter, ad una passività, l’azionariato. In pratica arrivano i soldi degli azionisti e con quelli si abbatte il debito».
Oggi comprare l’Inter è un affare?
«Dal punto di vista calcistico assolutamente sì, visti gli ultimi risultati dei nerazzurri».
Ma InterSpac non potrebbe entrare nemmeno come socio di minoranza, visto che Zhang sembra aperto all’ipotesi di accogliere un partner minoritario?
«Non credo che quella sia la sua intenzione. Formalmente lui ha sempre detto di voler andare avanti con l’Inter. L’operazione dell’azionariato popolare resta complessa. Ma noi vediamo comunque dei grossi vantaggi. Oltre a quello puramente finanziario, ci sarebbe un legame ancora più stretto tra tifosi e squadra. Col conto economico dell’Inter che potrebbe ancora migliorare per le maggiori entrate per i tifosi».
A proposito di questo, nel prossimo bilancio ci saranno 50 milioni di rosso dovuti agli interessi sui finanziamenti e bond attualmente in carico al club.
«Il vantaggio di abbattere il debito sta proprio nel risparmio degli interessi».
Lei pensa che potremmo davvero essere davanti ad una nuova era tra poco?
«Vedremo...».
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