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Crespo: “Altra Inter con Icardi, può mandare in tilt il Milan. Lui leader? La fascia…”

L'ex attaccante di Inter e Milan presenta così la sfida Cutrone-Icardi

Matteo Pifferi

Lunga intervista concessa da Hernan Crespo ai microfoni de La Gazzetta dello Sport che ha parlato dei due attacchi di Inter e Milan ma non solo.

Crespo, se l’aspettava l’esplosione di Cutrone?

«Non sono mica un mago, ha appena cominciato a giocare in Serie A. Però ne avevo sentito parlare bene, nelle giovanili del Milan era molto stimato. E poi è stato bravo, una volta che l’hanno chiamato sul palcoscenico più importante, a farsi trovare pronto».

Che cosa le piace dell’attaccante rossonero?

«Il modo in cui attacca gli spazi. Sa leggere con anticipo l’azione, detta il passaggio a destra o a sinistra. E mette tutti i suoi muscoli a disposizione della squadra. Non è poco, e Gattuso è decisamente contento».

È bravo anche a difendere il pallone.

«Bravissimo. Protegge la sfera, fa salire i compagni e, fateci caso, è sempre il primo a portare il pressing sugli avversari. Ciò significa che ha spirito di sacrificio, che non pensa soltanto a se stesso. Caratteristica fondamentale per un attaccante moderno».

E poi è furbo, gioca sulla sorpresa, sbuca all’improvviso alle spalle dei difensori.

«È vero, ha una furbizia da veterano. Ma questa qualità non dipende dall’età: ce l’hai nel sangue. Cutrone è generoso nel modo di giocare e furbo nell’infilare gli avversari».

Sta descrivendo un fenomeno, non stiamo esagerando un po’?

«Non ho mica detto che è già un fenomeno, ma ha tutto per diventarlo. Di testa è bravo, di destro e di sinistro calcia senza problemi e con forza. È opportunista. Insomma, gli ingredienti non mancano. Adesso tocca a lui non perdersi. Ma Gattuso sa come stimolarlo e non farlo volare troppo in alto».

Maurito Icardi, invece, è già maturo.

«Maturo, sì. Però ha ampi margini di miglioramento. Lo seguo da quando ancora giocava nella Sampdoria. Ha fatto grandi passi in avanti da allora, però non ha ancora finito il percorso. È un grande, per il bene della mia Argentina mi auguro diventi un grandissimo».

Che cosa gli manca?

«Quest’anno, e un po’ anche l’anno scorso, ha cominciato a partecipare alla manovra della squadra, e questo è un aspetto fondamentale. Prima era letale in area di rigore, e basta. Adesso dialoga con i compagni, detta i passaggi, rientra».

E quando il pallone gli piove dalle fasce è micidiale.

«Sui cross i difensori non riescono mai a prendergli il tempo. Ci va di testa, in spaccata, di destro, di sinistro. Lui si butta, intuisce prima degli altri dove arriverà il pallone. E con i suoi movimenti tiene impegnati almeno due difensori. Bonucci e Romagnoli dovranno fare attenzione».

Qual è il movimento di Icardi che può mandare in tilt il Milan?

«Quando attacca lo spazio alle spalle del difensore centrale. In quella zona non sai mai con chi andare a chiudere. Con lo stopper? Con il terzino? Il tempo di pensarci e lui ti punisce».

È già un leader?

«Direi di sì. I compagni lo rispettano, lo hanno individuato come un punto di riferimento. In una squadra non è la fascia a fare il capitano, ma il giudizio che il gruppo ha di quell’elemento. E mi sembra che Icardi sia riconosciuto come un pilastro fondamentale».

Il suo rientro può dare la scossa all’Inter?

«Senza Icardi l’Inter perde l’uomo che conclude tutte le azioni. Logico che con lui le cose possano migliorare. Tuttavia il gioco deve diventare più veloce, i centrocampisti devono appoggiare di più, altrimenti il mio amico Ringhio li sorprende: li aspetta e poi va via sull’esterno dove il Milan è fortissimo».

Che derby si aspetta?

«Partita tesa, nervosa, molto tattica. Non vedo un favorito. Dico che sarà una sfida da giocare più con la testa che con le gambe».

(La Gazzetta dello Sport)

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