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L'ex bomber nerazzurro Hernan Crespo, dalle pagine de La Gazzetta dello Sportha parlato del momento di Mauro Icardi e della nuova Inter di Spalletti: "Stavolta mi sbilancio. Dopo Cristiano Ronaldo e Messi, che fanno parte di un altro pianeta, Icardi è l’attaccante che mi piace di più in assoluto. A 24 anni è già un campione e può diventare un fuoriclasse".
Che cosa ammira in lui?"Icardi lo seguo da quando è arrivato in Italia: ogni anno, pur in mezzo a tante difficoltà, ha sempre fatto un passo in avanti. Segno che stiamo parlando di un ragazzo intelligente. E adesso mi sembra maturo per il grande salto. Non dimentichiamo un particolare: da quando gioca in Serie A soltanto una volta non è andato in doppia cifra (9 gol nel 201314, ndr). Vuol dire che la porta la vede".
Dal punto di vista tecnico perché le piace Icardi?"E’ un centravanti completo. Fa gol di destro, di sinistro, di testa. In area si muove come un padrone: tagli, finte, scatti. Tutto sempre finalizzato alla conclusione. Ripeto: qualità incredibili e fisico possente".
Non sempre, tuttavia, è riuscito a incantare tutti."Sgombriamo il campo dagli equivoci. Se un centravanti non segna, o incontra qualche difficoltà, non può essere solo colpa sua. Di solito è il gioco della squadra che manca. All’Inter, in passato, qualche volta è mancato il gioco, e Icardi ha avuto problemi. Ma vi garantisco che chi discute un elemento del genere, di calcio capisce poco. E’ un perfetto terminale di manovra, e adesso ha anche imparato a muoversi in funzione della squadra".
Ci spieghi meglio."Prima lui stava dentro l’area di rigore, aspettava il pallone e, quando arrivava, colpiva a botta sicura. Adesso, invece, detta il passaggio anche fuori dall’area, si allarga a destra e a sinistra, e così favorisce l’inserimento dei compagni. Sta diventando un uomo squadra".
Sembra che anche l’Argentina se ne sia accorta, non le pare?"Meno male. Alla Seleccion sono legatissimo, e lo potete capire bene visto che a Buenos Aires sono nato e con il River Plate sono arrivato al successo. Icardi, per esempio, per giocare con Messi, è perfetto. Prima c’erano molte polemiche attorno al suo nome, che non ho mai condiviso. Ora sembra che tutti siano d’accordo. E’ il centravanti giusto per portarci al Mondiale, anche se non sarà un’impresa semplice".
E l’Inter, con questo Icardi, dove può arrivare?"Lontano. Molto lontano. Ma non fatemi dire che può conquistare lo scudetto perché è ancora presto. Di sicuro sto vedendo un gruppo di giocatori che, piano piano, si sta trasformando in una squadra. E Icardi, in questo meccanismo, è fondamentale".
Cinque gol in tre partite sono una buona testimonianza."Il piedino o la testa ce li ha sempre messi, no? Perisic va sulla sinistra e crossa, e Mauro piazza il colpo. Candreva scatta sulla destra, traversone e la zucca di Icardi c’è. Rigore, e lui non sbaglia. Insomma, ditemi quale allenatore non vorrebbe uno così".
Spalletti lo sta valorizzando al massimo, secondo lei? Oppure ci sono ancoramargini di miglioramento?"Si può crescere sempre, anche quando si è a fine carriera. Figuriamoci Icardi che ha soltanto 24 anni. Credo che i consigli di Spalletti siano importantissimi per lui. Vedo che partecipa di più, che aiuta, che parla in campo, che si sbatte. Insomma, sta anche facendo il capitano: cosa da non trascurare. Magari l’anno scorso il ruolo, cioè la fascia, gli pesava di più".
Torniamo all’Inter: 3 partite, 3 vittorie. Se l’aspettava?"Sì e no. Mi spiego: penso che i giocatori siano molto validi,ma non credevo che Spalletti impiegasse così poco tempo per assemblarli. Luciano ha dimostrato di essere un allenatore preparato sia sul piano tecnicotattico sia su quello psicologico. Ha battuto la Fiorentina all’esordio, che al di là dei limiti dei viola non è mai una gara semplice. Ha vinto all’Olimpico contro la Roma, cioè contro un’avversaria diretta, e ha liquidato in casa la Spal. La strada è quella giusta".
Adesso c’è la trasferta di Crotone. Come la vede?"E’ il crocevia di questa prima parte di stagione. Se l’Inter capisce che per giocare a Crotone ci vogliono le stesse energie che si mettono in una partita di Champions League, allora il più è fatto".
(Fonte: Andrea Schianchi, La Gazzetta dello Sport 16/09/17)
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