Hernan Crespo non si schiera, come è giusto che sia. L'ex attaccante di Inter e Milan ha però concesso una lunga chiacchierata ai microfoni della Gazzetta dello Sport per parlare del momento delle due squadre: «Mi fa piacere che Milano, dopo tanti anni di dominio della Juventus, sia tornata grande. E che finalmente lo scudetto per il Milan e per l’Inter sia una prospettiva concreta e non soltanto una parola da sbandierare per alimentare le illusioni».
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Crespo: “L’Inter ha stravinto con la Juve. Per Lautaro un affare ascoltando un mio consiglio”
Lunga intervista concessa dall'ex attaccante di Inter e Milan alla Gazzetta dello Sport
Che cosa pensa della prova di forza dell’Inter con la Juve?
La qualità che le piace di più dell’Inter?
«La concretezza. Cercano sempre la giocata in verticale, vanno subito al sodo. Ha elementi che fisicamente sono molto strutturati, ha potenza, energia. Guardate Hakimi: per fermarlo ci vogliono i cecchini! E Lukaku, là davanti, è una forza della natura: si trascina i difensori con una forza pazzesca».
Inoltre c’è sempre il suo pupillo Lautaro Martinez.
«Non andando al Barcellona, come gli avevo suggerito, ha fatto un affare e i risultati mi stanno dando ragione. Lautaro è un fenomeno, in area di rigore è un rapace: non sbaglia un movimento, quando calcia centra sempre la porta. In giro ce ne sono pochi come lui».
Un uomo che può essere decisivo nella volata?
«Non un solo uomo, ma un intero reparto: il centrocampo dell’Inter è ben assortito. Barella mi piace parecchio, ma attenzione alla crescita di Vidal: Arturo non è ancora al top e, quando ci arriverà, i nerazzurri avranno fatto bingo».
Intanto il Milan non molla.
«Il successo di Cagliari non era così scontato. Intanto il Milan giocava con la pressione addosso per la vittoria dell’Inter, era in trasferta, rientrava Ibrahimovic ma si sapeva in quali condizioni e c’erano parecchi assenti. Bene, date le premesse, mi sento di dire che è stata una vittoria molto importante. È come se i rossoneri avessero gridato: “Noi ci siamo!”. E ci saranno fino alla fine, perché sono una squadra vera, costruita con intelligenza dal mio amico Paolo Maldini e guidato con saggezza dal mio amico Pioli. E poi c’è Ibra, che i ragazzi che si avvicinano al calcio dovrebbero studiare: fenomeno».
È lui il valore aggiunto?
«Il valore aggiunto del Milan, è il mix tra esperienza, che dà Ibrahimovic, e freschezza atletica garantita dai giovani. È una squadra che, quando ha il pallone, sa che cosa fare e qui è stato bravo Pioli a insegnarglielo. E quando il pallone ce l’hanno gli avversari va a pressare alto, va a far paura, a mettere ansia. Il modo in cui il Milan sta in campo è davvero moderno».
L’inesperienza, alla lunga, può essere un limite?
«Con uno come Ibra nello spogliatoio non puoi permetterti un attimo di rilassamento. Dunque non credo che il Milan possa soffrire di disattenzioni dovute all’inesperienza. È arrivato pure Mandzukic, uno che di partite ad alto livello ne ha giocate. Semmai è un valore aggiunto il fatto di avere tanti giovani, forze fresche che in primavera saranno molto utili».
L’Inter è fuori dalle coppe, il Milan ha ancora gli impegni europei: quanto peserà sulla volata-scudetto?
«Le partite internazionali a metà settimana tolgono energie, è innegabile. Ma si può sopperire con l’entusiasmo e con una saggia rotazione dei giocatori. A volte, come dice il mio maestro Ancelotti, è più difficile gestire una squadra che fa una sola partita alla settimana: magari ci sono mugugni perché uno gioca poco o non gioca».
Classifica finale?
«Non cado nella trappola. L’Inter è più strutturata per vincere, lo dimostrano gli investimenti. Il Milan sta andando oltre i propri limiti, e ancora non si sa dove possa arrivare. È una sfida bellissima: vorrei proprio giocarla. Un tempo con il Milan e un tempo con l’Inter…».
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