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Maurizio Crosetti, giornalista di Repubblica, analizza il momento caotico dell'Inter, che dopo l'addio di Mourinho ha cambiato cinque allenatori in meno di due anni: "In fuga da se stesso per qualche vincente e dunque anomala stagione, il cavaliere errante Moratti è ritornato dentro la sua identità naturale. Stringendosi la mano e, forse, facendosi i complimenti a vicenda, Massimo & Moratti ridiventano una cosa sola e ricominciano a cacciare allenatori dopo averli sbagliati: ne ha cambiati cinque in ventuno mesi, un record. Via Ranieri, un bravo diavolo che non vince mai. Via come Benitez, come Gasperini. Chiunque meglio di lui, chiunque meglio di loro, è il messaggio di Moratti: altrimenti non avrebbe chiamato l'allenatore della Primavera.
Di nuovo perdente e confuso, di nuovo ondivago, di nuovo scisso, Massimo Moratti. Dopo pranzo dice che terrà Ranieri, dopo cena lo licenzia. Come una specie di Zamparini dei ricchi, Moratti riprende a divorare quelli che lavorano sulla sua panchina, gente segnata dal precariato a prescindere, altro che articolo 18. Il cannibale Moratti sbrana di nuovo i propri figli, le sconfitte lo trasformano in un conte Ugolino. Orfano a vita di Mourinho, che l'aveva sconvolto con l'ebbrezza delle vittorie, ogni passo successivo è stata una mancata elaborazione del lutto. Mou che manda sms ai giocatori, Mou che abbraccia Materazzi nel parcheggio dell'hotel, in visita pastorale, Mou che telefona a Leonardo, Mou che forse sconsiglia Villas-Boas. Il fantasma del portoghese ha paralizzato i centri nervosi del presidente, andato poi alla caccia impossibile di un clone, insoddisfatto di tutti. E i suoi allenatori hanno respirato quest'atmosfera di disistima, tirando a campare.Persino l'imperdonabile vecchiaia della squadra e gli errori sul mercato non hanno attenuato il vuoto in panchina: come se lì si sedesse sempre un'ombra, un condannato, un "non Mourinho". Colpa non emendabile.
Come tutti i prigionieri del passato, Moratti si getta dentro il futuro a occhi bendati. Invece di assistere a Juve-Inter va a Londra ad ammirare i ragazzi nerazzurri che vincono un torneo inedito, si invaghisce dello sconosciuto Stramaccioni (proprio come Zamparini con Mangia, poi mangiato) e lo promuove sulla panchina che troppo spesso diventa un loculo. Adesso, sarà un miracolo se Stramaccioni non stramazza".
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