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La Gazzetta dello Sport ha intervistato Julio Ricardo Cruz, ex attaccante dell'Inter che ha espresso la sua posizione in merito a Mauro Icardi:
«Sono contentissimo per il suo primo gol con la nostra nazionale, davvero. Perché se lo meritava e perché evidentemente dimostra una cosa: la sua crescita è conseguenza di un lavoro che lui ha sempre preso con professionalità e impegno».
Cruz, dopo il primo gol con l’Argentina possiamo dire che Mauro Icardi è ormai un... fenomeno globale?
«Il fatto che sia capitano dell’Inter, che abbia saputo darsi continuità e forza in Champions League e adesso anche uno spessore con la nazionale, beh, lo rende un giocatore decisamente di livello mondiale. Sono convinto che questo... sblocco con l’Argentina lo aiuterà a crescere ancora di più».
Ecco, appunto: quanto e in cosa è cresciuto di più durante questi anni interisti?
«Mauro è semplicemente uno sempre pronto. Lo chiami in causa e lui c’è. Può non avere il pallone giusto per un’ora ma quando glielo dai, zac, colpisce. E’ lì. E negli anni ha affinato questa capacità di saperci essere, di saper aspettare il momento giusto per poi sfruttarlo al massimo».
E’ il centravantone che l’Argentina attendeva da tempo?
«In patria abbiamo tanti giocatori di valore, anche numeri nove. Ma la sua grande prerogativa è proprio quella di badare al sodo come pochi: non si mette a dribblare, non fa giri inutili, cerca la porta, la vede, tira. E spesso è gol. A tutto questo va aggiunta una caratura che adesso è superiore e speciale: gioca nell’Inter e ne è il capitano, la sua forza è aumentata con gli anni, quindi coi gol ma anche attraverso le difficoltà. Perché non sempre ha avuto momenti facili, ha vissuto anche giornate senza segnare ma ha saputo superare ogni piccolo o grande momento di... silenzio in fase realizzativa».
Chi le ricorda, oggi, in tutto ciò che è e che fa da numero 9?
«Ha tante cose di molti, diversi pregi che ho visto in qua e in là. Tralascio giocatori coi quali non ho avuto la fortuna di giocare, tipo Higuain, e allora faccio due nomi: Gabriel Batistuta ed Hernan Crespo. Di Bati ha la ferocia e come lui è forte di testa, coi piedi, nel posizionamento, nel saper attaccare. Ed è micidiale come Hernan, un altro che era centravanti vero».
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