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Cruz: “L’Inter ha tutto per vincere. Lukaku-Lautaro coppia fenomenale. Conte garanzia. Ricordo…”

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Nella notte di Juve-Inter, Julio Cruz ha parlato ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Il Jardinero ha segnato 10 gol ai bianconeri

Gianni Pampinella

Dieci come i gol che ha segnato ai bianconeri, la vittima preferita. Nella notte di Juve-Inter, Julio Cruz ha parlato ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Il Jardinero sa come far male ai bianconeri, come la sera del 29 novembre 2003. "E chi se la dimentica. Venivamo da un inizio difficile che costò la panchina a Cuper. Partita straordinaria, vincemmo 3-1 con due miei gol".

E poi ci prese gusto ad esultare in casa della Juve, alla quale ha segnato più di tutte: 10 reti.

«In effetti a Torino ho fatto diversi gol, ma il più bello resta la punizione proprio in quel 3-1. Non era la mia specialità, ma mi sentivo di calciarla nonostante avessi davanti Buffon che era già il più forte portiere del mondo. La misi proprio all’incrocio...».

E fece gol anche nei quarti di Coppa Italia 2007-08, eliminando la Juve: un altro 3-2 basterebbe pure stavolta all’Inter.

«Sono ottimista, ce la può fare. Mi spiace di come sia finita all’andata, non meritava la sconfitta. Sarà dura, però l’Inter ha tutto per poter vincere e volare in finale. Da troppi anni manca una coppa, è arrivato il momento di rivincere un titolo».

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E a Torino ritorna la Lu-La.

«Lukaku e Lautaro sono una coppia fenomenale. Non conosco personalmente Lukaku, ma lo ammiro tanto. Il suo impatto con l’Italia è stato incredibile. Fa tutto benissimo, segna, gioca di sponda, crea spazi per i compagni. E, cosa ancora più importante, si cerca tantissimo con Lautaro. Lavorano l’uno per l’altro e questo fa la differenza».

Ci ha messo un po’, ma ora Lautaro è devastante.

«Non avevo dubbi su di lui. Aveva bisogno di tempo per ambientarsi in un nuovo calcio, molto più veloce e tattico. È successo a tanti sudamericani di soffrire al primo anno in Europa, ma poi ci siamo imposti».

Sorpreso dal lavoro di Conte?

«No, perché dovrei... Lo ricordo da calciatore avversario e si vedeva che aveva la leadership per fare l’allenatore. Così come avevo visto in Gallardo e Simone Inzaghi quella voglia di imparare che è tipica di chi sa già cosa farà una volta smesso. Sa chi mi ha sorpreso invece? Almeyda. Un grande amico che non pensavo potesse fare una carriera così importante da tecnico: è straordinario. Tornando a Conte, ha sempre lasciato il segno: alla Juve, al Chelsea e da c.t. dell’Italia. Una garanzia. Ma devo dire che mi piace anche Pirlo: ha portato le sue idee e ora comincia a vedersi il risultato», conclude l'attaccante nell'edizione cartacea della Gazzetta dello Sport.

(Gazzetta dello Sport)

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