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Cruz: “Moratti voleva restassi nel 2010, non me la sentii. Lautaro spero resti all’Inter”

Le parole dell'ex centravanti nerazzurro

Marco Astori

Julio Ricardo Cruz, ex centravanti dell'Inter, è intervenuto in collegamento con gli studi di Sky Sport. Tanti i temi affrontati dall'argentino, tra cui la sua grande esperienza in nerazzurro, ma non solo.

Tuo figlio?

Non mi aspettavo arrivasse così presto in prima squadra al Banfield, nascerà una nuova storia con un altro Cruz calciatore. In Italia? Me lo auguro: sta bene al Banfield, ma spero faccia come me. Mi farebbe piacere se andasse prima al Bologna e poi all'Inter: ma è piccolo, tante società italiane l'hanno visto e hanno parlato con me.

Il ricordo più bello dell'Italia?

Ce ne sono tanti, ho nostalgia. Vedere quello che sta succedendo non è bello, la realtà è che la vita è cambiata e cambierà.

Il più bel gol alla Juventus?

Il più sentito è stata la punizione al Delle Alpi: è stato il mio primo gol con l'Inter. Nessuno si aspettava calciassi così. I tifosi ci credevano tanto di vincere a Torino: è stato il mio gol preferito.

Il clan argentino all'Inter?

Mi sono trovato bene per la lingua, è bello ricordare queste cose: abbiamo faticato tanto. Moratti lo criticavano perché dicevano ci fossero troppi sudamericani che non vincevano mai niente. Mancini poi ha fatto un grande lavoro: abbiamo iniziato a vincere e il presidente è stato orgoglioso di quello che ha fatto. C'era solo Toldo come italiano.

Se partisse Lautaro, chi vedresti bene con Lukaku?

Spero Lautaro non vada via, è un grandissimo giocatore e lo sta dimostrando: mi spiacerebbe se partisse. L'Inter è in grado di tenerlo ancora. Se andasse via sarebbe una sua scelta, ma non vedo un giocatore come lui che possa affiancare Lukaku. Messi all'Inter? E' difficile che possa lasciare il Barcellona: è arrivato a 14 anni e non vedo come possa andare via dopo tutto quello che ha fatto. Poi mi auguro che Lautaro rimanga. E' molto giovane e mi auguro possa essere il centravanti dell'Argentina.

L'Argentina è votata troppo all'attacco?

Ci sono tanti giocatori piccoli in Argentina che se ne vanno presto per i soldi magari in Russia o in Cina: nella nostra epoca non era così, cercavamo di andare in un paese in cui il calcio era sentito. Gli attaccanti vanno in squadre importanti in Italia o in Europa.

Il tuo compagno preferito in attacco all'Inter?

Mi piaceva tantissimo giocare con Ibra, anche con Crespo. Però con Ibra, anche se eravamo tutti e due alti e grossi, ci trovavamo benissimo: abbiamo fatto tanti gol insieme. Anche con Recoba, era bravo bravo.

L'Argentina nel 2006 sarebbe stata più pericolosa per l'Italia rispetto alla Germania?

Parlavo con l'AFA qualche giorno fa e mi hanno chiesto questa cosa: avevamo una squadra fortissima, ma il calcio è questo. L'Italia ebbe un casino grandissimo come Calciopoli, nessuno pensava che potesse vincere. Noi eravamo i favoriti e abbiamo perso ai rigori. E' stato grandissimo Lippi, così come i giocatori.

Parla Cambiasso: grazie a Julio e alla sua famiglia che mi ha aiutato quando sono arrivato in Italia.

Io e mia moglie abbiamo sempre aiutato chi veniva dall'estero per farlo adattare velocemente. Esteban è stato uno, anche Kily Gonzalez: ci si può aiutare per farli abituare velocemente al posto in cui arrivano. Con Cambiasso abbiamo vissuto tante cose anche fuori dal campo.

Dispiaciuto per non aver vinto il Triplete?

Moratti voleva io rimanessi, ma io non me la sentivo perché non ero più parte di quella squadra, anche se Mourinho mi diceva di volermi. Mi ha fatto molto piacere che Moratti, i tifosi e i compagni abbiano fatto il Triplete, bellissimo: tutti aspettavano la Champions da anni, mi ha fatto piacere. Io ringrazio il calcio per tutto quello che ho fatto, non rimpiango nulla. Alla Lazio ho giocato subito contro l'Inter e ho vinto la Supercoppa.

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