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Dopo più di sei anni, l'Inter ritorna in Champions League. Un traguardo importante per tanti, in particolare per Mauro Icardi, che non ha ancora esordito nella massima competizione europea e non vede l'ora di confrontarsi con i top del continente. Come ricorda La Gazzetta dello Sport, altri tre grandi bomber del passato nerazzurro, come l'argentino, non avevano ancora debuttato in Champions League: Ronaldo, Milito e Adriano.
RONALDO - "Per una volta, poi, non è il caso di prendere Ronaldo come modello: è il 16 settembre 1998 quando il brasiliano, dopo aver giocato le altre coppe con Psv e Barça, mette piede in quella più importante. L'Inter manca da 9 stagioni, parte in casa del Real, si presenta con l'argenteria. Ma fra Zamorano, Baggio, Djorkaeff e Pirlo, Simoni mette titolare solo il primo: gara difensiva, 2-0 blanco, 5,5 per il Fenomeno e due tiri larghi in 75', prima della sostituzione. Moratti storce il naso e comincia a covare l'esonero, arrivato a novembre, il numero 9 deve aspettare la terza presenza (contro lo Spartak Mosca) per il primo gol , l'unico di tutta la campagna europea, finita ai quarti con lo United".
MILITO - "Ventuno stagioni dopo, nello stesso giorno, comincia l'avventura Champions di Diego Milito. Gli anni sono 30, le presenze nelle coppe 2, in Uefa col Saragozza: la prima del Principe ha come invitato speciale, a San Siro, il Barcellona. Anche qui, non si attacca all'arma bianca. La squadra di Mou tiene lo 0-0 conto i catalani, Milito si fa apprezzare (6 in pagella) per spirito di sacrificio, tira verso la porta una sola volta, centralmente, e Valdes para. Moratti stavolta approva, e ci vede bene: è l'anno del Triplete. Diego salta la seconda e la terza per infortunio a Kiev, alla quarta si sblocca. Alla fine le reti sono sei: una al Chelsea, una al Cska, una al Barça in semifinale, due in finale al Bayern. Anche senza segnare alla prima si può lasciare una firma nella storia: Milito lo fece al primo colpo".
ADRIANO - "Certo, a Icardi stasera servirebbe, per cancellare il digiuno di questo inizio stagione, il classico «uovo oggi», più che la speranza di una «gallina domani». Allora l'uomo a cui guardare è senza dubbio l'Imperatore Adriano. È il 14 settembre 2004, il brasiliano l'anno prima ha trascinato i nerazzurri al quarto posto con i suoi gol, nei preliminari ne ha piazzati 3, fra andata e ritorno, al Basilea. Per il debutto «ufficiale» c'è il Werder al Meazza. In panchina Mancini, al suo fianco Vieri: in quel periodo è una vera forza della natura. Contro i tedeschi si procura due rigori (uno sbagliato da Vieri), ne trasforma uno, raddoppia nel finale, fa espellere un avversario. In pagella si prende 8, lo stadio impazzisce per il numero 10 e gli dedica uno striscione «Adriano re di Milano». Ha 22 anni, a tutti sembra scontato che il futuro sarà suo: su quello prossimo, infatti, non ci si sbaglia. Sette gol nel torneo, in 7 gare (10 in 9 coi preliminari), fino al petardo su Dida ai quarti col Milan. Il fuoco di Adriano brucia presto, è l'unico dei tre che non vincerà mai la coppa. Icardi si segni anche questo".
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