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Una lunga intervista, tra Inter, Nazionale e vita privata, con un Matteo Darmian a 360 gradi. Al Corriere della Sera, il laterale nerazzurro, fra i protagonisti dell'Italia all'Europeo in Germania, ha raccontato anche il suo rapporto con Simone Inzaghi, artefice dello scudetto dell'Inter della seconda stella. Ecco le sue parole:
«È fondamentale e vale per tutta l’Inter: con lui ognuno si sente parte di un progetto importante, anche chi gioca meno. È un grande allenatore e una grande persona».
«Inzaghi, anche nei momenti di maggior pressione, riesce a tranquillizzarti: stempera la tensione con una battuta. Spalletti è maniacale sul campo e pretende molto».
«No, ho sempre fatto la mia parte, cercando di essere me stesso. E penso che questa sia la cosa più bella, che ti venga cioè riconosciuto qualcosa per quello che sei».
«Mi bastano e avanzano i miei due figli. Poi cerco di condurre una vita sana e dormo tanto: il riposino pomeridiano è quasi sacro».
«No. I tatuaggi mi piacciono sugli altri, non su di me».
«È un po’ merito anche dei miei genitori che mi hanno trasmesso valori importanti, come il sacrificio. E quando sono entrato da ragazzino nel Milan è stata una scuola di vita, non solo di calcio. Impari a stare in gruppo, a rispettare le regole, i compagni, gli allenatori. Cresci come persona».
«Sono abbastanza basico anche qui, ma mi piace vestire con gusto. L’estro lo lascio a Thuram, che comunque ha un grande stile».
«È importante perché rende più semplici le cose a livello tattico. Come è importante il blocco italiano nell’Inter per trasmettere i valori del club a chi arriva».
(Fonte: Corriere della Sera)
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