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Frank de Boer è stato segnato, e come non potrebbe, dall'esperienza all'Inter. Ottantaquattro travagliati giorni sulla panchina nerazzurra in cui il tecnico ha raccolto più delusioni che gioie, tanto che poi è arrivato l'esonero. In una lunga intervista alla rivista olandese Tijdschrift risalente al mese di aprile, de Boer ripercorre quei travagliati giorni a Milano.
"Sono molto legato ai valori fondamentali. Quando ho firmato con l'Inter, ho iniziato ad approfondire i valori fondamentali del club. Cosa ha reso l'Inter così speciale in passato, perché non ha vinto nulla negli ultimi anni? Ho parlato con tutti coloro che hanno lavorato nel complesso di allenamento, con i giocatori, gli allenatori, i portieri, i cuochi e ho chiesto loro cosa significasse per loro l'Inter e come doveva crescere il club. Ne ho fatto una presentazione in italiano, spagnolo e inglese perché tutti potessero vederla. Con l'intenzione di avere tutti lo stesso obiettivo di far tornare l'Inter un club vincente".
"Col senno di poi ci ho messo troppa energia, mentre in un club del genere si tratta solo di vincere. Avrei dovuto concentrarmi solo sul calcio, poi forse sarei stato lì poco più di tre mesi. Questa è una saggia lezione. Ovviamente ero abituato all'Ajax, dove non solo conoscevo tutti, ma anche tutte le sezioni mi sostenevano. All'Inter le gambe della mia sedia sono state subito segate da una quinta colonna e un ex presidente scontento".
"Volevo una conversazione con lo staff medico, uno scambio di pensieri aperto e onesto per vedere come potevamo aiutarci e rafforzarci a vicenda. In Olanda spesso ci sediamo intorno a un tavolo per condividere le opinioni e le esperienze reciproche. Ho visto subito, mentre ci sedevamo intorno al tavolo, che nessuno avrebbe detto niente. Quindi quella conversazione era completamente inutile. So quanto sia importante il riposo quindi ho voluto concederlo ai giocatori dopo un periodo intensivo di quattordici giorni di partite e allenamenti per poi ricominciare. Beh, un giorno libero non era nel dizionario".
"Sicuramente la prossima volta farò diversamente, se avessi saputo cosa stava succedendo all'Inter non avrei mai firmato. Hanno continuato allo stesso modo dopo che me ne sono andato, con il risultato che ci sono stati non so quanti allenatori dopo di me. Ronald Koeman una volta è diventato allenatore del Valencia ed è stato massacrato con l'incarico di sostituire la vecchia guardia. A quanto pare tutti noi dobbiamo vivere un'esperienza del genere. E nel mio caso, anche due di quelle esperienze. Perché quando ho firmato con il Crystal Palace, mi è stato chiesto di impostare un nuovo corso. Ma alla fine non lo volevano affatto, volevano i 100 milioni a cui hai diritto come club di Premier League. Con che tipo di calcio non importava".
(Tijdschrift)
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