L'esonero di Frank de Boer ha creato parecchio dibattito attorno all'Inter. Sono molti i tifosi che non hanno apprezzato l'allontanamento del tecnico olandese e che riconoscono nella società il vero colpevole di una situazione che ormai si ripete nel tempo, dal post-Mourinho ad oggi. Due cambi di proprietà in tre anni hanno scombussolato l'ambiente, distrutto i muri costruiti nel 2010, quando l'Inter saliva sul tetto d'Europa e la società appariva robusta. In realtà nascondeva crepe pericolosissime, poi degenerate nelle voragini attuali.
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De Boer lascia il segno: l’Inter ha toccato il fondo. Ranocchia: “Nessun alibi”
Fanno riflettere le parole del difensore italiano, che ben fotografano l'attuale momento nerazzurro
Così ad ogni insuccesso è spesso arrivata una scusante in sostegno, ad ogni cambio di allenatore, l'alibi era già confezionato dietro l'angolo. Una società nuova, con idee diverse e una proprietà lontana dal suolo italiano, queste le motivazioni a sostegno del meccanismo inceppato. Ma presto inizierà a girare, si diceva. L'ultimo a pagare le colpe di una unione societaria non ancora raggiunta è stato Frank de Boer, che però sembra aver lasciato maggiormente il segno rispetto ai suoi predecessori.
A far riflettere sono soprattutto le parole di Andrea Ranocchia, che prima del fondamentale match d'Europa League contro il Southampton, precisa: "Dispiace sempre quando va via un allenatore, ma adesso nessuno di noi ha più alibi. Dall'ultimo dei magazzinieri al primo dei dirigenti". Parole importanti e coraggiose, che non riguardano solo il gruppo di calciatori, ma che in qualche modo colpiscono anche chi comanda. Insomma, un calciatore ha fatto notare che le scuse sono finite proprio per tutti. Un segnale significativo, che forse lascia intendere come adesso si possa solo risalire. Perché il fondo è stato toccato.
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