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Intervistato dal Corriere dello Sport, Rodrigo De Paul dell'Udinese ha parlato del suo futuro. Sulle tracce dell'argentino ci sono Inter e Napoli e lui sa di essere pronto per il grande salto:
De Paul, questa finora è stata la sua miglior annata da quando è in Italia?
«Direi la migliore della mia carriera in assoluto. Sono cresciuto e non ho paura di prendermi le mie responsabilità, di guidare la squadra. Voglio giocare tutte le partite ed essere protagonista».
Qual è il segreto dei suoi progressi?
«Nessuno in particolare. Sono nel momento migliore della mia carriera: mi sento al top fisicamente, ho già una buona esperienza e una discreta maturità, ma credo di poter migliorare ancora».
Si sente pronto per una grande?
«Se devo essere sincero in questo momento sono concentrato solo sull’Udinese e il mio unico pensiero è conquistare la salvezza, ma le voci sul mio futuro chiaramente le sento. Io sono pronto per giocare a calcio ovunque, ma se davvero mi vorranno le squadre che leggo, lo vedremo... Non vado oltre perché potrebbe sembrare una mancanza di rispetto da parte mia parlare di questa o quella società adesso che mi sto giocando la salvezza. A giugno ci siederemo attorno a un tavolo con la società e il mio agente e ne discuteremo. Con i dirigenti ho un rapporto fantastico e decideremo tutto in fretta».
E’ vero che a gennaio poteva andare all’Inter?
«Io volevo stare qua e, anche se leggevo certe cose, nella mia testa era chiaro che fino a giugno sarei rimasto qua. Avevo dato la mia parola perché andare via a metà di un campionato per me era come giocare 45’ e poi uscire... Non mi piaceva affatto».
Cosa si prova a essere “corteggiato” dall’Inter?
«E’ bello quando escono queste notizie perché vuol dire che hai fatto bene. Uno lavora sempre per crescere e per migliorare».
All’Inter gli argentini hanno fatto la storia e lei potrebbe essere il prossimo…
«Ho una grande amicizia con Milito, che è il segretario tecnico del Racing, e con Samuel, che è il vice allenatore in nazionale. Quando Diego parla dell’Inter, gli brillano gli occhi. Idem a Walter. E’ un piacere ascoltare i loro racconti. Milano è una bella città e sono orgoglio di queste voci che escono su di me».
Per un argentino, però, deve essere piacevole anche il corteggiamento del Napoli, l’ex squadra di un certo Maradona.
«Alla mia famiglia è sempre piaciuto tanto il calcio e sono cresciuto con i racconti su Diego con la maglia azzurra. Quando vado al San Paolo a giocare, tocco con mano l’amore di quella gente: pensate che a Napoli in albergo mi lasciano dei regali solo perché sono argentino come Maradona... Una cosa emozionante».
Crede di aver trovato in Italia la giusta dimensione per lei?
«Mi trovo bene qua e mi piace il vostro calcio che mi ha fatto migliorare tanto. In futuro però non so dove giocherò: magari ancora in Serie A oppure in Spagna o in Premier. Sono aperto a tutto».
C’è un tecnico con cui sogna di lavorare prima di fine carriera?
«Guardiola, Pochettino, Klopp, Simeone, Zidane… Ce ne sono tanti, difficile scegliere».
Nessun italiano?
«Se dicessi Spalletti, Conte, Allegri o Ancelotti scoppierebbe il finimondo e vi darei il titolo… (ride, ndr)».
Chiudiamo con il suo ruolo. Ha giocato trequartista, esterno sinistro e adesso mezzala: dove si sente più a suo agio?
«Oggi mi trovo bene come mezzala perché in questa posizione ho spesso il pallone tra i piedi. Posso migliorare, ma le cose vanno alla grande. Mi piace anche fare l’esterno offensivo a sinistra che è il “mio” ruolo, mentre il trequartista è un po’ più difficile».
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