LEGGI ANCHE
E’ la più forte?
“Non ha mandato via nessuno dei giocatori determinanti e ha preso Taremi e Zielinski. Bisseck è cresciuto, ci sono ricambi importanti per gestire il doppio impegno tra campionato e Champions League. Non dico che lo debba vincere a febbraio, ma mi sembra che le altre abbiano più problemi di Inzaghi e dell’Inter”.
Resta da capire a livello di motivazioni se ci sarà la stessa ferocia nell’inseguire lo scudetto. Impressioni?
“La fame e la voglia di ripetersi sono le due incognite. Dopo la finale di Champions League persa a Istanbul era scattata una consapevolezza maggiore e per tanti c’è anche stato lo stimolo di sapere di avere tutto per concretizzare un traguardo come lo scudetto della seconda stella. Però la sfida che attende l’Inter e Inzaghi è proprio questa: riuscire ad essere competitivi sia in Italia che in Europa contemporaneamente. Del resto lo ha chiesto espressamente anche Marotta”.
Ha consegnato a Inzaghi la nuova missione?
“Marotta è il dirigente più bravo ed esperto del calcio italiano, quello che è stato per tanti anni Galliani. Mentre festeggiava il successo si è portato avanti spiegando quale dovrà essere la nuova frontiera. Anche l’anno scorso, ad esempio, questa continuità è mancata perché nel girone e poi con l’Atletico Madrid l’Inter non è stata all’altezza del suo potenziale”.
Perché?
“Dico che a Simone Inzaghi è capitato anche nelle stagioni sulla panchina della Lazio. Ora è cresciuto e non è certamente solo una sua responsabilità, ma è il gradino che manca. Io l’ho sempre pensato e detto, evidentemente è la stessa riflessione fatta da Marotta. Inzaghi è migliorato tantissimo, deve acquisire lo step in più per diventare un profilo pienamente internazionale”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA